Il Vangelo di oggi 9 maggio: La chiave della Vita Cristiana

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Il brano del Vangelo di oggi ci guida nel cuore del mistero eucaristico: Gesù è il vero Pane della Vita, offerto per la salvezza del mondo.

Le parole pronunciate da Gesù, nella sinagoga di Cafàrnao, provocano scandalo e discussione: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?” è una domanda carica di incredulità. Tuttavia, Gesù non ritratta, ma rafforza la sua affermazione con un solenne «In verità, in verità vi dico…», sottolineando che mangiare la sua carne e bere il suo sangue è condizione necessaria per avere la vita eterna (Gv 6,53-54).

Dal Vangelo secondo Giovanni 6,52-59

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Il Vangelo di oggi 9 maggio: La chiave della Vita Cristiana
Commento al Vangelo del 9 Maggio

La riflessione sul Vangelo di oggi

Questa proclamazione è il fondamento del mistero dell’Eucaristia, il sacramento che “contiene veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di nostro Signore Gesù Cristo” (CCC 1374). Non è simbolo, ma presenza reale: “La mia carne è vero cibo, il mio sangue vera bevanda” (Gv 6,55).

Chi partecipa all’Eucaristia entra in comunione profonda con Cristo: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui” (Gv 6,56). Questa “dimora reciproca” è la chiave della vita cristiana. Come Gesù vive per il Padre, così chi riceve l’Eucaristia vive per Cristo. È un mistero di unione, di trasformazione e di grazia.

L’Eucaristia è quindi il nutrimento dell’anima, la medicina dell’immortalità (cf. Sant’Ignazio di Antiochia), la caparra della risurrezione futura: “Io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6,54). È il compimento della promessa di Dio, superiore alla manna nel deserto, che era solo figura del vero Pane del cielo.

Il Catechismo afferma che la partecipazione all’Eucaristia è il culmine della vita cristiana (CCC 1324). Accostarsi a questo sacramento con fede e devozione significa accogliere la vita divina, rimanere in Cristo e camminare verso l’eternità. In ogni Messa si rinnova questo miracolo: Dio si fa cibo per la nostra salvezza.

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