Il volto di Gesù sulla tomba di don Dolindo Ruotolo: la storia di un’immagine fonte di grazie

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Il dipinto del volto di Gesù come voluto da don Dolindo Ruotolo - medjugorje.it
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Sulla tomba del Servo di Dio don Dolindo Ruotolo c’è un’immagine del volto di Gesù che è stato proprio il santo sacerdote a volere.

In varie immaginette che riportano le preghiere del Servo di Dio don Dolindo Ruotolo si trova spesso una specifica raffigurazione: è il volto di Gesù, quello del dipinto che si trova posto sopra la tomba di questo santo sacerdote. Ha predicato tanto l’abbandono fiducioso al Signore: l’ invocazione “Gesù pensaci Tu”  dal suo Atto di abbandono è celebre e favorisce una relazione intima d’amore con il nostro Dio.

La tomba di don Dolindo Ruotolo si trova nella chiesa di San Giuseppe dei Vecchi a Napoli. Il sacerdote commissionò il dipinto diversi anni prima della sua morte. La storia dietro questa immagine è straordinaria e vale la pena di essere approfondita.

La storia dell’immagine del volto di Gesù sulla tomba di don Dolindo Ruotolo

Un giorno don Dolindo chiese ad una delle sue figlie spirituali, Lucia Altomare La Porta, di dipingere un quadro che raffigurasse il volto di Gesù. Le spiegò dettagliatamente come voleva che fosse l’immagine: avrebbe dovuto essere somigliante al volto della Sacra Sindone di Torino e anche ad una fotografia che ha del miracoloso, scattata da una donna in Messico. Si tratta della foto scattata nel 1957 ad un tabernacolo, in cui era emersa prodigiosamente l’immagine del volto di Cristo.

La figlia spirituale del Servo di Dio era titubante e non si sentiva degna di compiere una tale impresa. Ma lui insistette e dopo averle dato la benedizione e aver benedetto gli altrezzi della pittura le disse “Ora non devi più preoccuparti. Abbandonati a Gesù e non sarai più tu a dipingerlo; lo farà Gesù, e lo farà con le sue mani“.

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La storia dell’immagine di Gesù sulla tomba di don Dolindo Ruotolo – medjugorje.it

Dopo che il dipinto fu realizzato lui ne fu contento e sul retro dell’immagine dipinta fece scrivere queste parole: “Ogni copia di questa immagine è come un grido, una preghiera al mio Regno d’Amore“. Era certo che quell’immagine sarebbe servita come strumento di conversione per molte persone. 

Un dipinto e tante grazie

Lo sguardo del Signore nel dipinto è dolce, come il suo sorriso, e trasmette la bontà del suo cuore misericordioso. Il dipinto originale fu rubato, ma c’era una copia fotografica che lo ha sostituito e ha permesso che l’immagine non andasse perduta e, anzi, che fosse diffusa.

Chiunque visiti la tomba del sacerdote italiano contempla questo dipinto. L’immagine aiuta nella devozione e favorisce la preghiera nella contemplazione di un volto così tanto simile a quello della Sindone, e quindi a quello vero di Gesù.

Migliaia di copie dell’immagine nel corso degli anni sono state distribuite e hanno raggiunto tutto il mondo. Don Dolindo nel 1966 scrisse alla sua figlia spirituale sotto ispirazione come se fosse Gesù a parlare e commentò il quadro con queste parole: “ Quando mi dipingevi con questa immagine ed il tuo pennello, mosso dal tuo amore, tracciava gli occhi miei, io avevo lo sguardo mio sopra di te e sulla tua famiglia. Circolano ora, dovunque, le fotografie del tuo dipinto e da ognuna di esse si irradia su di te, figlia mia, lo sguardo di benedizione che io ti rivolgo quando preghi, quando gemi, quando implori misericordia sugli altri“.

Aggiunse anche, impartendo la benedizione: “Mi dipingesti nella maestà del mio volto ed ogni immagine del tuo dipinto è un’implorazione del mio regno d’amore e di misericordia sul mondo. Perciò ti benedico e moltiplico su di te e sulla tua casa le mie benedizioni. Gesù tua vita e tuo amore. Amen“.