Possiamo immaginare un mondo che vede l’Intelligenza Artificiale entrare anche in contatto con la Chiesa ed avere un rapporto con lei? E’ una delle domande alle quali Papa Leone ha deciso di rispondere.
L’AI per il bene comune o solo per interessi dei potenti: un argomento che, a molti, poteva sembrare scomodo ma al quale, in realtà, il Pontefice non si è sottratto per una risposta, dando una sua personale opinione ma, allo stesso tempo, spiegando anche quali sono le intenzioni e le posizioni della Chiesa stessa.
Diverse sono le riflessioni date da Papa Leone su questo determinato argomento. Vediamo insieme di cosa ha parlato.
Papa Leone esprime la sua opinione sull’intelligenza artificiale
Nell’incontro tenutosi il 5 dicembre in Vaticano con i membri della Fondazione “Centesimus Annus Pro Pontifice” e con i partecipanti all’Alleanza strategica delle università cattoliche di ricerca, Papa Leone ha affrontato un argomento molto importante e altrettanto attuale, quale quello dell’Intelligenza Artificiale e dell’uso che se ne può fare anche all’interno della Chiesa. Il Pontefice ha sottolineato alcune caratteristiche della stessa AI, quanto ad esempio quella di influenzare alcune caratteristiche essenziali della persona umana, “come il pensiero critico, il discernimento, l’apprendimento e le relazioni interpersonali” – ha affermato.
“Come possiamo garantire che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale serva davvero al bene comune e non venga utilizzato solo per accumulare ricchezza e potere nelle mani di pochi?” – si è domandato il Papa. Da qui ne è nata un’esortazione: “Cosa significhi essere umani in questo momento storico?“, specificando che l’uomo non deve essere solo un consumatore dei prodotti che ne vengono fuori dalla tecnologia, quanto anche il primo collaboratore all’opera della creazione.
“La nostra dignità risiede nella nostra capacità di riflettere, scegliere liberamente, amare incondizionatamente e instaurare relazioni autentiche con gli altri” – ha continuato Leone che, allo stesso tempo, ha spiegato come anche questa tecnologia possa sollevare una “serie preoccupazioni circa le sue possibili ripercussioni sull’apertura dell’umanità alla verità e alla bellezza, e sulla sua capacità di meraviglia e contemplazione“.

Una preoccupazione che, afferma Leone, guarda soprattutto ai bambini e ai ragazzi che sono i soggetti più vulnerabili, ma anche coloro che possono accedere più facilmente a contenuti troppo spesso grandi per loro: “[…] Sarà quindi essenziale educare i giovani a usare questi strumenti con la propria intelligenza, facendo sì che si aprano alla ricerca della verità, a una vita spirituale e fraterna, ampliando i loro sogni e gli orizzonti delle loro decisioni […] Bisogna ripristinare e rafforzare la fiducia nella capacità umana di guidare lo sviluppo di queste tecnologie. Una fiducia che oggi è sempre più erosa dall’idea paralizzante che il suo sviluppo segua un percorso inevitabile” – ha concluso.
Preoccupazione, da parte del Pontefice sì, ma anche piena e concreta fiducia nelle tecnologie che vanno avanti e che possono essere utili allo sviluppo umano.