La notte oscura di Madre Teresa: l’amore per Dio attraverso la prova

Menu Medjugorje Dinamico
Madre Teresa di calcutta e la notte oscura Madre Teresa di calcutta e la notte oscura
La notte oscura di Madre Teresa di Calcutta - medjugorje.it
Canale WhatsApp Iscriviti subito!
Canale Telegram Iscriviti subito!

È noto che anche Madre Teresa di Calcutta, come altri santi, abbia vissuto la cosiddetta “notte oscura”, una condizione dell’anima in cui la prova è grande.

L’intensità della sua carità era prorompente: racchiusa in un fisico esile e delicato si celava una forza grande, una immensa capacità di accoglienza e una profonda dedizione agli altri, i più derelitti della società. Lei era Santa Teresa di Calcutta, per tutti ieri e sempre Madre Teresa.

Spesso si pensa alla gioia che chi è abitato da Dio, illuminato dalla luce e infiammato dall’amore dello Spirito Santo possa provare e che trasmette agli altri. Ma accanto a questo c’è anche dell’altro. Molti santi, così come Madre Teresa, hanno fatto esperienza della cosiddetta “notte oscura” dell’anima. 

Madre Teresa e la sua notte oscura

Si tratta di una condizione in cui l’anima, che vive già in una stretta intimità con il Signore, che segue le sue vie ed è incamminato sulla strada che porta alla santità, può imbattersi, sempre ovviamente per volere di Dio che lo consente per il maggior bene dell’anima stessa.

La notte oscura, termine coniato dal trattato di San Giovanni della Croce, il grnade mistico spagnolo fondatore dei Carmelitani Scalzi, indica uno stato di particolare aridità spirituale, dunque di forte prova, in cui l’anima si viene a trovare.

Il tempo in cui vive questo può essere breve o lungo, e nel caso di Madre Teresa sarebbe stato piuttosto prolungato. Si è saputo di questa situazione di sofferenza spirituale vissuta dalla santa missionaria di Calcutta dopo che nel 2007 il  postulatore della causa di canonizzazione della religiosa, Padre Brian Kolodiejchuk, ha dato alle stampe un libro che lo raccontava.

madre teresa e come visse la notte oscura
La prova della fede: la notte oscura – medjugorje.it

In  “Madre Teresa: Vieni e sii la mia luce (“Mother Teresa: Come be my light”), titolo che fa riferimento  alle parole che Gesù stesso disse a Madre Teresa nel 1947, nel periodo della sua “conversione” e della decisione di fondare una sua propria congregazione per occuparsi dei poveri, si è trattato il tema della notte oscura e di come l’abbia attraversata.

Prova di purificazione dell’anima

Lei, che nel dare una definizione di sé diceva: “ “sono di sangue sono albanese, di cittadinanza, indiana. Per quanto riguarda la fede, sono suora cattolica. Per la mia vocazione, appartengo al mondo. Per quanto riguarda il mio cuore, appartengo totalmente al Cuore di Gesù”, lei che viveva e amava completamente il suo Signore, lo ha sentito lontano.

Per anni ha vissuto una costante “oscurità”, sentendosi abbandonata da Dio. Una prova terribile e dolorosa, certo, ma che non ha intaccato la fede, anzi, è servita proprio a purificarla e a fortificarla e per questo permessa e voluta da Dio. Madre teresa era più che mai decisa ad “amarLo come non era mai stato amato prima”.

La sua fede, la sua fiducia sono rimaste salde così come la sua fedeltà, da cui è sviluppato il coraggio. In questo faticoso e prolungato periodo di prova ha mantenuto la gioia. Come è possibile, si potrebbe dire? Ebbene, lo è: il dolore nel profondo può coesistere con la gioia data dalla fede e dalla fiducia, dal confidare nell’amore di Dio, dalla certezza che prima o poi solleva dal dolore e si mostra. Se il Signore concede le prove per il nostro bene al tempo stesso fornisce anche le grazie per affrontarle.

Amore e umiltà

L’amore e l’umiltà che caratterizzavano Madre Teresa si mostrano anche nel fatto che quell’oscurità interiore che sperimentava la teneva nascosta e di essa ne rendeva partecipi solo i suoi direttori spirituali. A tutti gli altri mostrava e trasmetteva la gioia dell’amore di Dio. Aveva pure richiesto che distruggessero le sue lettere in cui esplicitava i suoi sentimenti di aridità e dolore.

l'unione con Dio e la notte oscura
Madre Teresa di Calcutta e l’unione con Dio prima e dopo la notte oscura – medjugorje.it

Vieni, sii la mia luce, non posso andare da solo, essi (i poveri) non mi conoscono, e pertanto non mi amano. Tu, portaMi a loro. Quanto desidero entrare nei loro tuguri, nelle loro case oscure ed infelici!” le aveva detto Gesù all’inzio della sua missione, in una profonda unione mistica. “Egli si diede a me in pienezza” aveva detto lei raccontando l’esperienza.

Poi però, nel pieno del suo servizio, quando metteva in pratica ciò che le era stato chiesto, di portare Gesù agli infelici, ha vissuto l’aridità. La descriveva con queste parole: “C’è tanta contraddizione nella mia anima: un profondo anelito verso Dio, così profondo da far male, e una sofferenza continua, e con essa la sensazione di non essere amata da Dio, di essere rifiutata, vuota, senza fede, senza amore, senza zelo.”

Arrivava a sentire gli stati d’animo dei lontani: “Nella mia anima io sperimento proprio questa terribile pena del dannato, di Dio che non mi ama, di Dio che non sembra Dio, di Dio che sembra in realtà esistere. Gesù, ti prego, perdona le mie bestemmie”. 

Anche se come affermano i suoi biografi la notte oscura durò quasi fino alla fine della sua vita ci furono sprazzi di unione con Dio che la ricolmarono di quel dolore. Lei stessa infatti raccontava: “Oggi la mia anima è colma d’amore, di gioia indicibile e da un’ininterrotta unione d’amore”.