Cosa “regalare” a Gesù a Natale? Lui è venuto a portarci la salvezza e ci ricolma costantemente di grazie: cosa possiamo dare, basandoci sulle Scritture?
Dio che si è rivelato all’umanità incarnandosi nel suo Figlio Gesù Cristo ci ha donato tutto e sempre ci ricolma della sua grazia divina in molteplici modi. Come rispondere al suo amore? Nella nostra piccola logica mondana viene in mente di corrispondere con dei doni. Siamo abituati a fare regali, per esprimere amore e ricambiare quello che riceviamo. E allora, per comprendere cosa potremmo “regalare” a Gesù possiamo orientarci su ciò che i primi a venire a contatto con lui gli hanno donato, come ci dicono i Vangeli.
I primi personaggi ad incontrare Gesù e a riconoscere la sua grandezza sono stati i pastori e poi, dopo, i Re Magi. Cosa gli hanno dato e come possiamo imitarli per donare anche noi qualcosa di prezioso e di importante al nostro Redentore? Ecco alcuni suggestivi suggerimenti.
Cosa possiamo donare a Gesù a Natale?
La prima cosa che i pastori diedero quando videro il Bambino Gesù non è niente di materiale e pratico, ma qualcosa di spirituale e particolarmente importante. Corrisposero con la loro obbedienza. Come ci dice il Vangelo di Luca i pastori “andarono in fretta” a cercare il segno che gli angeli avevano annunciato loro. Hanno dimostrato un senso di obbedienza proprio nella solerzia con cui hanno agito dopo l’annuncio degli angeli.
Hanno creduto e si sono prodigati ad obbedire e quindi ad andare in tutta fretta a vedere il Bambino che era nato. I pastori lasciano in dono anche qualcos’altro di estremamente importante: il dono dell’evangelizzazione, potremmo dire. Senz’altro quello della divulgazione della notizia che avevano ricevuto. Non la tennero per sé, ma l’evangelista Luca ci racconta che i pastori “riferirono ciò che era stato detto loro riguardo al bambino” e “se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto“.

Certamente portare Gesù a chiunque non lo conosca è da fare sempre, e anche nel periodo di Natale, tanto più in un tempo in cui il senso religioso è minimizzato quando non del tutto escluso anche da questa festività, annunciare il Dio che si è fatto uomo è fare come i pastori in quella Notte Santa.
Imitare i pastori e anche i Re Magi
Oltre ai pastori possiamo prendere ad esempio e imitare anche i Re Magi, che, come sappiamo, erano i sapienti giunti dopo un lungo viaggio seguendo la stella cometa come indicazione per vedere il Bambino di cui era stata profetizzata la venuta e rendergli omaggio. Gli portarono oro, incenso e mirra, con una specifica simbologia. L’oro riconosce la regalità di Gesù, come Re dei Re, l’incenso la sua divinità, in quanto usato per adorare, e la mirra, tradizionalmente usata per ungere i defunti, presagiva la sua Passione e morte.
Imitando i Magi, quindi, il primo dono da offrire a Gesù è riconoscerlo Signore della nostra vita e volerlo amare. Metterlo al centro, desiderare di stare con Lui in ogni momento, volere un’unione con Lui e che sia sempre più profonda.
Come l’incenso è segno di adorazione, è proprio questa che dobbiamo donare a Gesù per esprimere il nostro amore. L’adorazione è un’unione di cuore e mente, che porta a glorificare Dio e a vivere secondo la Sua volontà. Il dono della mirra nel ricordarci, poi, l’attenzione ai defunti, ci rimanda alle opere di misericordia corporale e quindi a tutte quelle che lo sono. Lo sguardo rivolto agli altri, al prossimo, soprattutto quando ci costa sacrificio, è un dono da offrire a Gesù, iniziando proprio da questo periodo di Natale.