Nelle pagine della rivista mensile «Piazza San Pietro», diretta dal francescano conventuale Enzo Fortunato, Papa Francesco affronta un tema di profonda umanità e spiritualità: il dolore incommensurabile dei genitori che perdono un figlio.
In un contesto in cui le parole sembrano spesso insufficienti, il Papa si fa portavoce di un messaggio di speranza e consolazione, rispondendo a una lettera di una madre che ha vissuto la tragedia della perdita.
La presenza di Gesù nella sofferenza
Cinzia, una madre romana, ha visto spezzarsi la vita del suo giovane figlio di soli 21 anni in un tragico incidente stradale. La sua lettera al Santo Padre è un grido di aiuto, una richiesta di conforto in un momento in cui la vita sembra priva di significato. La risposta di Francesco è stata toccante: «Non ci sono nemmeno le parole per dare un nome a una mamma o a un papà che perdono un figlio». Queste parole evidenziano come la perdita di un figlio sia un’esperienza unica e incomparabile, un dolore che trascende ogni altro tipo di lutto.
Papa Francesco, nel suo messaggio, ricorda come Gesù stesso pianga con noi nei momenti di sofferenza. La sua capacità di empatizzare con il dolore umano è una delle caratteristiche più distintive del suo pontificato. La frase «Gesù, che piange con noi, seminerà nel nostro cuore tutte le risposte che cerchiamo» offre un barlume di speranza in un contesto di grande disperazione. Questa idea di un Dio vicino alla sofferenza umana è centrale nel messaggio cristiano e risuona particolarmente forte in momenti di lutto.
Il Pontefice, citando San Giovanni Paolo II, aggiunge: «Non vi è male da cui Dio non sappia trarre un bene più grande». Questo concetto di trasformazione del dolore in qualcosa di positivo è fondamentale nella fede cristiana, che invita i fedeli a cercare la luce anche nei momenti più bui. Francesco non solo offre conforto a Cinzia, ma invita tutti i lettori a riflettere sulla propria esperienza di sofferenza e sulla possibilità di trovare significato anche nel dolore.
Le pagine di «Piazza San Pietro» non si limitano a questa toccante lettera; includono anche un contributo del cardinale salesiano Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, che affronta la difficile situazione del Myanmar. Qui, la Chiesa è chiamata a giocare un ruolo fondamentale nel promuovere la pace in un paese segnato da conflitti e violenze. Le sue parole rappresentano un appello alla comunità internazionale affinché non dimentichi la sofferenza del popolo birmano.
Inoltre, la rivista ospita un contributo di suor Simona Brambilla, missionaria della Consolata e prefetta del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Suor Simona parla dell’“incontro che guarisce” e di come l’esperienza di un Dio in ginocchio possa trasformare le relazioni umane, creando legami di compassione e accoglienza. La sua testimonianza invita a guardare oltre il proprio dolore, riconoscendo la sofferenza degli altri e costruendo comunità basate sull’amore e sulla solidarietà.

La Chiesa come luogo di accoglienza
Attraverso questi contributi, «Piazza San Pietro» si fa portavoce di una visione del mondo in cui la fede non è solo una questione privata, ma un potente strumento di cambiamento sociale. La rivista, esplorando temi di fede e spiritualità, continua a essere un importante punto di riferimento per i cattolici di tutto il mondo, offrendo uno spazio di riflessione e dialogo.
Papa Francesco, con la sua umanità e la sua capacità di ascolto, dimostra come la Chiesa possa essere un luogo di accoglienza e guarigione per chi soffre. La sua risposta a Cinzia è un esempio di come, anche di fronte a un dolore inimmaginabile, si possa trovare la forza per continuare a vivere, per amare e per sperare. La figura del Papa emerge non solo come quella di un leader spirituale, ma come un compagno di viaggio, pronto a camminare al fianco di chi affronta le sfide più ardue della vita.