Papa Leone XIV ha accolto con entusiasmo le delegazioni durante il suo ministero petrino, incensando il Trophaeum Apostolico.
L’omelia sottolinea l’unità delle Chiese e il comando di amare. Il Papa invita a costruire una Chiesa unita, segno di fraternità e pace nel mondo.
L’inizio di un nuovo ministero
L’inizio del ministero di Papa Leone XIV rappresenta un evento di grande portata, carico di emozione e significato spirituale per la Chiesa cattolica e per il mondo intero. La cerimonia, tenutasi presso la Basilica di San Pietro, ha visto una calorosa accoglienza da parte di una folla entusiasta, segno di speranza e attesa. Tra i partecipanti, erano presenti i patriarchi delle Chiese orientali, rappresentanti di diverse confessioni cristiane e delegazioni di altre religioni, a testimonianza dell’importanza ecumenica di questo momento.
Papa Leone ha ufficialmente avviato il suo ministero scendendo sotto l’altare della confessione per incensare il Trophaeum Apostolico, dove sono custoditi simboli di grande rilevanza: il pallio, l’anello del pescatore e l’Evangelario. Questi oggetti non rappresentano solo l’autorità, ma anche la responsabilità pastorale verso il popolo di Dio. L’imposizione del pallio da parte del cardinale diacono Mario Zenari, in sostituzione del cardinale Mamberti, ha segnato l’inizio di questa nuova era.
Durante la celebrazione, Papa Leone ha evidenziato l’importanza dell’unità tra le Chiese, richiamando il suo motto episcopale tratto dalle opere di Sant’Agostino: «Nell’unico Cristo siamo uno». Questa affermazione sottolinea la necessità di superare le divisioni storiche tra le diverse confessioni cristiane, promuovendo un’unica famiglia umana. È un invito a perseguire la pace e la riconciliazione non solo tra le religioni, ma anche tra tutti gli uomini di buona volontà.
La lettura del Vangelo in greco ha rappresentato un momento significativo, richiamando le radici comuni della fede cristiana. La partecipazione di leader religiosi di diverse fedi, tra cui ebrei, musulmani, induisti, buddisti, sikh e zoroastriani, ha reso la celebrazione un esempio tangibile di dialogo interreligioso. La presenza di questi rappresentanti dimostra che l’amore e la comprensione possono superare le barriere ideologiche e culturali.
Nel suo discorso, Papa Leone ha toccato il tema della missione di Pietro, ricordando come, dopo la risurrezione, il Signore abbia affidato a Pietro il compito di “pascere le sue pecore”. Questo compito è intriso di amore e unità, valori fondamentali che devono guidare l’azione della Chiesa nel mondo contemporaneo. La missione di “pescare” l’umanità per salvarla dalle acque del male è un compito che richiede un’apertura continua al dialogo e alla comprensione reciproca.

Un invito all’azione
Papa Leone ha riflettuto sulla figura di Abramo, citando Søren Kierkegaard, per evidenziare come la fede sia un viaggio di fiducia e abbandono nelle mani di Dio. Ha condiviso il suo senso di responsabilità, affermando di essere stato scelto senza alcun merito, ma con il desiderio di servire la comunità cattolica e guidarla verso un amore che trascende le differenze.
La celebrazione ha visto la partecipazione di diversi rappresentanti del popolo di Dio, tra cui giovani e religiosi, evidenziando l’importanza di una Chiesa vicina a tutti. Papa Leone ha esortato a non chiudersi nei propri gruppi, ma a offrire l’amore di Dio a tutti, affinché si realizzi quell’unità che valorizza le diversità e le storie personali.
Un messaggio potente è stato quello di diventare “un piccolo lievito di unità” in un mondo lacerato da divisioni e conflitti. L’invito a guardare a Cristo e a seguire il suo esempio di amore incondizionato risuona forte in un’epoca in cui l’odio e la violenza sembrano prevalere. Il Papa ha esortato a costruire una Chiesa fondata sulla carità e sull’unità, un luogo di incontro e riconciliazione.
Le parole di Papa Leone XIV hanno tracciato un percorso di speranza, invitando tutti a un cammino condiviso verso una società più giusta e solidale. Ha sottolineato che la vera autorità della Chiesa non si basa sul potere, ma sull’amore, invitando i pastori a servire con umiltà e dedizione. Questa visione di un ministero ecclesiale che si fa carico delle sofferenze e delle speranze del mondo è essenziale per rispondere alle sfide del presente.
La celebrazione si è conclusa con un forte richiamo all’azione: «Questa è l’ora dell’amore!». Un’esortazione a mettere in pratica il messaggio cristiano attraverso gesti concreti di solidarietà e accoglienza. In un mondo che ha bisogno di pace e riconciliazione, il nuovo Papa si propone di guidare la Chiesa verso una missione di amore che abbraccia tutti, superando le divisioni e promuovendo una vera fraternità.