L’uso precoce dello samrtphone crea grossi danni a bambini e pre-adolescenti. Uno psicoterapeuta analizza il problema e rivela l’età in cui dovrebbero averlo.
Lo smartphone ormai è sempre più nelle mani anche dei bambini. Sono certamente nativi digitali, e l’uso dei dispositivi di comunicazione è essenziale nella vita di tutti, ma ci sono dei pericoli da considerare quando bambini e pre-adolescenti ne fanno un utilizzo spesso indiscriminato.
A Natale, smartphone e tablet sono tra i regali più ambiti per i ragazzini. Esiste però il problema delle dipendenze tecnologiche e uno psicoterapeuta lo analizza approfonditamente. Si tratta del dott. Giuseppe Lavenia, Presidente dell’Associazione Dipendenze Tecnologiche che mette in guardia dall’uso dello smartphone prima dei 14 anni.
Ragazzini e smartphone: lo psicoterapeuta dice cosa fare per evitare dipendenze
Può esserci un utilizzo consapevole dei dispositivi, ma si può anche sconfinare nell’ambito della patologia. La dipendenza da smartphone è un disturbo vero e proprio che condiziona notevolmente la vita e spesso colpisce la fascia di età della tarda infanzia e della pre-adolescenza.
Cosa c’è alla base di questo problema, difficile da risolvere? Lo psicoterapeuta lo analizza e afferma che “La dipendenza digitale – sostiene Lavenia – è una forma di solitudine mascherata da connessione. E dietro ogni bambino che “non sa stare senza”, c’è spesso un adulto che non sa più come farlo stare con sé”.

La responsabilità, ovviamente è dell’adulto, e sono proprio i genitori a dover per primi mettere in discussione i loro valori e il loro modo di vivere. I dati dell’Associazione Dipendenze Tecnologiche parlano chiaro: più di sei bambini su dieci, tra 0 e 6 anni, usano uno schermo ogni giorno.
Ciò che sconvolge è che quasi la metà comincia tra i 2 e i 3 anni. Nell’81% dei casi, poi, si ritrovano da soli davanti allo smartpgone con la conseguenza di incorrere in contenuti assolutamente non adatti a loro. I sintomi della dipendenza sono anche abbastanza chiari: quando gli si toglie il dispositivo la reazione è il più delle volte un’esplosione di rabbia e varie manisfestazioni più o meno eclatanti di irritabilità.
Come risolvere il problema
Per trovare una soluzione a questa problematica che è sempre in crescita bisogna considerare vari elementi. Non è solo una questione di età giusta. Certamente un uso estremamente precoce può influenzare negativamente, ma ciò che più conta è come si insegna ad usare lo smartphone e quali sono le finalità.
Qual è il motivo che induce i genitori a comprare lo smartphone ai figli piccoli? A volte si parla di garantire la loro sicurezza, o per non farli sentire esclusi dai gruppi, dal momento che oggi è estremamente diffuso che i bambini lo abbiano già in età scolare. Spesso dietro, però, c’è solo l’ansia dei genitori e le loro aspettative sulla vita sociale del figlio e sulla propria.
Cedere alla pressione sociale non aiuta a integrarsi, ma solo a conformarsi e bisogna distinguere e comprendere se conformarsi ad una pratica è qualcosa di buono oppure no. Non è la tecnologia in sé ad essere il problema, ma l’uso che ne viene fatto. Al di là di un’età predefinita, che per lo psicoterapeuta deve essere non meno di 14 anni per un uso completamente libero, è bene mettere dei paletti.
Il controllo da parte dei genitori è essenziale e in questo rientra anche la possibilità di limitare le ore di utilizzo quotidiano. I parental control su app e il monitoraggio dei contenuti visionati dai ragazzini sono altri elementi importanti che insieme ad un insegnamento adeguato possono far sì che lo smartphone venga usato ma senza apportare danni.