La morte per suicidio assistito delle gemelle Alice ed Ellen Kessler è stata mediaticamente esaltata come scelta di libertà: il mondo pro life si scaglia contro.
Famose nei decenni del boom economico, le sorelle gemelle tedesche, Alice ed Ellen Kessler sono state delle icone del mondo dello spettacolo e hanno deciso di “uscire di scena” dalla vita, come hanno affermato loro stesse in una vecchia intervista, volontariamente. Si sono date la morte mediante il suicidio assistito, pratica che in Germania è consentita.
Non solo è concesso di morire volontariamente per legge, ma non è necessario neppure essere affetti da una grave e invalidante malattia: basta la volontà di farlo, in nome di un’esaltazione dell’autodeterminazione. Così mediaticamente e non solo la notizia è stata accolta e diffusa con una sorta di glorificazione della scelta del suicidio assistito che se a molti suona liberatoria ad altri appare in modo più evidente, semplicemente macabra.
Il mondo pro life contro l’esaltazione del suicidio assistito dopo la morte delle sorelle Kessler
Dopo una vita vissuta simbioticamente, Alice ed Ellen Kessler, giunte all’età di 89 anni, con la conseguente fragilità che comporta lo stato di avanzata anzianità, ma senza particolari malattie invalidanti, hanno deciso in maniera congiunta di morire, e di farlo nello stesso giorno. E così, con avvocato e medico presenti, hanno dato avviato la procedura letale ponendo fine alla loro esistenza terrena per propria decisione.
Mentre media di stampo progressista e non solo con toni più o meno emotivi hanno esaltato e romanticizzato questa morte ammantandola di scelta libera e modo di fuggire alle sofferenze, soluzione al dolore o semplicemente affermazione della propria volontà e quindi un modo per autodeterminarsi fino alla fine, si è levata anche qualche voce contraria.

Il mondo pro life europeo ha manifestato la propria opposizione ad una mentalità sempre più dilagante che vuole normalizzare pratiche come il suicidio assistito e l’eutanasia. La Federal Association for the Right to Life, un’organizzazione ombrello che riunisce numerose organizzazioni pro-life, ha condannato la “glorificazione” del suicidio assistito delle gemelle Kessler.
I pericoli dell’ideologia dell’autodeterminazione
Alexandra Linder, presidente dell’associazione pro-life, ha affermato: “C’è un’ampia copertura mediatica su questo argomento, e molti lodano l'”autodeterminazione” di scegliere autonomamente il momento e il modo della morte, piuttosto che aspettare la morte e forse soffrire“.
La Linder ha evidenziato la sottile e insidiosa pericolosità che si cela dietro posizioni di questo tipo. Questo perchè considerare l’autoderminazione come valore assoluto rischia di indurre le persone a uccidersi o farsi uccidere quando si trovano in situazioni di dolore.
Inoltre, la normalizzazione che si vuol dare con l’accettazione di una pratica di questo tipo incide notevolmente sulla mentalità comune e tende ad indirizzare in questa direzione. La morte come via d’uscita al dolore potrebbe anche diventare un paradossale dovere morale. Se la persona sofferente vuole morire per non pesare sugli altri, in una falsa compassione questo potrebbe essere anche considerato giusto e incentivato.
La presidente dell’Associazione Federale per il Diritto alla Vita ha chiesto che venissero poste domande critiche sull’etica e sul background. Anche Eva Maria Welskop-Deffaa, presidente dell’Associazione Caritas tedesca, ha espresso preoccupazione per il fatto che l’ampia informazione e la romanticizzazione del suicidio assistito delle Kessler rafforzano una pressione sociale presente ormai da diversi anni. È necessario contrastare tutto questo.
In una fredda prospettiva di fuga dal dolore, seppur umanamente condivisibile, la morte può apparire una soluzione. Ma in un’ottica in cui si prende consapevolezza realmente della propria umanità e la si ricollega al Dio Creatore e Padre, si apre un senso alla vita e alla sofferenza e cambia tutto. La solitudine si aggiunge alla mancanza di fede e seppure a questa si può influire solo con l’annuncio, l’amorevolezza e la vicinanza, che esprimono lo Spirito d’amore, sono il sostegno più concreto che aiuta a trovare il senso della vita e ad affrontare anche le sofferenze più grandi.