Conosciamo le fugure di quattro Santi che hanno vissuto e sono morti a Gaza durante i secoli in cui si è affermato il monachesimo come via per trovare e stare con Dio.
Si parla quotidianamente di Gaza per il dramma della guerra in cui è coinvolto questo luogo, ma possiamo volgere lo sguardo anche a ricordare alcuni Santi che lì vissero e dedicarono la loro vita al Signore. Nel periodo che va dal V al VI secolo Gaza fu un importante centro monastico e tra i monaci che lo popolavano spiccano anche le figure di quattro testimoni della fede.
La città di Gaza è menzionata nel Nuovo Testamento, nel Libro degli Atti degli Apostoli. Viene citata in Atti 8, 26 con queste parole: «Allora un angelo del Signore disse a Filippo: «Alzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza».
I quattro Santi di Gaza
Secondo le principali fonti storiche fu Sant’Irenione che istituì la prima chiesa a Gaza nel IV secolo. Tra i suoi successori ci fu San Porfirio che diede lustro al cristianesimo in quella zona. Quando il monachesimo mise radici nella città emerse anche una scuola di retori cristiani che divenne celebre.
Tra di essi c’era San Doroteo il cui nome è menzionato in diversi scritti dei Padri della Chiesa. Fu uno scrittore ascetico e la sua opera spirituale fu conosciuta e apprezzata anche dal monachesimo occidentale. Entrò nel monastero fondato e diretto dall’abate Seridos nei pressi di Gaza dove si trovavano i celebri Barsanufio e Giovanni il Profeta, grandi maestri di vita spirituale. Determinò un influenza anche in quella che in seguito sarebbe stata la spiritualità della Compagnia di Gesù.
C’è poi San Dositeo, che di San Doroteo era discepolo. Vivecva all’insegna della mortificazione, in una grande umiltà, osservando una piena obbedienza e un distacco da tutto. Si distingueva per la pietà religiosa e per l’austerità di vita. Ma il fisico del piccolo monaco non resistette a lungo al severo regime monastico. Morì probabilmente nel IV secolo e la sua tomba divenne presto un luogo di pellegrinaggio. È venerato come santo dalle Chiese cattolica, ortodossa e copta. È considerato il santo patrono di Gaza e la sua festa si celebra il 29 febbraio, quindi cade solo negli anni bisestili.

Un’altra figura di santo vissuto a Gaza è San Barsanufio, detto anche Barsanofio, che viveva nello stesso monastero degli altri due. Era detto il Grande Anziano del deserto e fu una guida spirituale per molti monaci e morì, con buona probabilità nel 545. Il Martirologio Romano lo ricorda come “anacoreta, che, egiziano di nascita, fu insigne per una straordinarie doti di contemplazione e per l’integrità di vita“. A lui sono attribuiti due epistolografi raggruppati sotto il titolo di «Lettere ascetiche» o «Lettere di direzione». Morì verso il 540 e lee sue reliquie furono portate a Oria, in provincia di Brindisi, dove si venerano nella cattedrale.
Il quarto santo di Gaza è San Giovanni detto il Profeta: era abate del monastero di Merosala e fu maestro di San Doroteo. Autore di una vasta corrispondenza epistolare, dell’intero carteggio sono giunte a noi oltre 800 lettere che grande influenza hanno avuto sulla storia del monachesimo. Nelle lettere si evince la profonda convinzione di non pronunziare parole proprie, ma parole di Dio per mezzo dello Spirito. Le risposte che dava agli interrogativi che gli venivano posti contenevano citazioni e riferimenti biblici e nel modulo stilistico proprio è possibile risalire alla Parola ispirata.