Il monaco eremita libanese tanto venerato in tutto il mondo, san Charbel, e i suoi tanti miracoli: ecco cosa ha fatto crescere la devozione.
Oggi ricorre la memoria liturgica di san Charbel Makhlouf, monaco eremita e sacerdote maronita che nacque e visse in Libano nell’Ottocento. Considerato un taumaturgo, la venerazione verso di lui è andata via via a crescere e tuttora è molto forte in vari Paesi di Oriente e Occidente.
Ha vissuto in quasi totale solitudine, nella povertà, all’insegna della penitenza, in uno stile di vita ascetico, e certamente questi elementi hanno costituito una forte attrattiva, proprio per il rimando alla radicalità della ricerca di un rapporto con Dio vissuto in pienezza.
Ma ciò che ha attratto migliaia e migliaia di fedeli che nel corso del tempo si sono recati sulla sua tomba, e che continuano a farlo, sono certamente i numerosi miracoli che gli vengono attribuiti e i prodigi che fin da subito dopo la sua morte si sono verificati e che riguardano il suo corpo e il suo sepolcro.
La devozione a San Charbel e i suoi numerosi miracoli
Nato con il nome di Youssef Antoun da una famiglia di contadini in un piccolo villaggio nel nord del Libano nel 1828, ha fin da bambino una spiccata attitudine alla preghiera e alla contemplazione. Mentre lavorava, fin da giovanissimo, come pastore, trascorreva molto tempo a pregare in una grotta che oggi è nota come la Grotta del Santo ed è meta di pellegrinaggi.

All’età di 23 anni decide di entrare nel monastero della Madonna di Mayfouq e cambia il nome in Charbel che vuol dire “racconto di Dio“. Diventa sacerdote nell’Ordine Libanese Maronita, e alterna periodi di contatti con gli altri ad periodi di vita eremitica.
La sua vita passa così, nella preghiera e nella penitenza fino a quando il 16 novembre 1898 mentre sta celebrando la Messa viene colpito da un colpo apoplettico e dopo 9 giorni di agonia muore durante la Vigilia di Natale. Tutta la sua esistenza e il suo insegnamento vuole ricordarci l’estrema importanza della preghiera nella vita e della fiducia totale ad un Dio che ci ama.
Subito dopo la sua morte, la fama di santità, che giò circolava attorno alla sua figura, si fa più evidente. Nei pressi della sua tomba iniziano a verificarsi dei fenomeni prodigiosi. I monaci vedono che dalla sua tomba spesso viene emanata una luce non naturale.
Il mistero del corpo incorrotto e caldo
Proprio a causa di questi strani eventi viene effettuata una prima ricognizione della salma che svela qualcosa di straordinario. Il suo corpo, infatti, appare incorrotto, ma non solo: la temperatura corporea è esattamente quella di un uomo vivo, da cui anche il colorito del suo volto è roseo e non presenta i tipici tratti della morte.
In seguito, ad una seconda ricognizione della salma c’è un altro prodigio che lascia esterefatti: dal suo corpo trasuda un liquido che è come misto di sangue e acqua. A questi prodigi si affiancano diverse guarigioni miracolose che si verificano in persone che sono presenti davanti alla sua tomba.

Poi, anche in altri che lo pregano e invocano la sua intercessione. Il miracolo che ha portato alla sua beatificazione, nel 1965 ( a cui è seguita la canonizzazione nel 1977) riguarda una donna che era affetta da una grave malattia. Nohad El Shami aveva una emiplegia e una doppia occlusione della carotide. Dopo aver visto in sogno due monaci maroniti di cui uno le posava le mani sul collo si sveglia e si accorge di essere guarita. Tempo dopo riconosce in san Charbel il monaco visto in sogno, che le ha imposto le mani.
Un altro miracolo riguarda un’altra donna, Dafné Gutierrez, che aveva perso la vista ed era andata nella chiesa maronita di San Giuseppe dove si trova una reliquia del Santo. Dopo aver ricevuto una benedizione da parte del parroco con l’imposizione della reliquia di san Charbel e chiesto la sua guarigione, di fatto ha ripreso a vedere.
L’olio di san Charbel
Ad accompagnare la preghiera che si rivolge al Santo c’è il cosiddetto Olio di san Charbel. Si tratta di un olio che viene benedetto presso la sua tomba e distribuito durante le celebrazioni speciali. Di solito è utilizzato per l’unzione di persone malate per cui si chiede la guarigione. Sono attribuiti numerosi miracoli grazie all’unzione con quest’olio che può essere può essere richiesto solo nei Monasteri Maroniti in tutto il mondo, anche tramite posta.
C’è poi una pratica devozionale molto potente, con cui il santo eremita libanese viene omaggiato e invocato. È la Coroncina a San Charbel che si compone da 3 grani del rosatio che si ripetono 5 volte. Nelle prime 3 ripetizioni i grani sono rossi, nella quarta bianchi o trasparenti, nell’ultima azzurri. Tra un gruppo e l’altro c’è un grano nero, mentre un grano bianco segna l’inizio delle ripetizioni. Questi colori sono simbolo della forte venerazione che san Charbel nutriva per la Madonna.