Oggi si ricorda San Giuseppe da Copertino, il frate semplice ed umile che aveva lo straordinario dono della levitazione. Di che si tratta esattamente?
È conosciuto come il protettore degli studenti, un frate semplice e umile quasi analfabeta. San Giuseppe da Copertino, infatti, sorprende per molte cose, e tra gli elementi che colpiscono di lui ci sono certamente i suoi doni mistici. Se, nonostante la sua scarsa cultura è diventato il patrono di chi studia, per gli aneddoti della sua vita per cui è riuscito prodigiosamente a superare l’esame di ammissione per entrare in convento, altrettanto sorprendente sono tanti alti fatti della sua storia.
Nato in una povera famiglia, Giuseppe Maria Desio, questo il suo nome completo, non ebbe modo di studiare, ma sentendo fin da giovane la vocazione religiosa volle entrare tra i francescani. Riuscito a farsi frate dopo tante peripezie, ecco che nella sua vita si presentarono vari fenomeni mistici, tra cui quello, che suscita tanta curiosità, della levitazione.
La levitazione e San Giuseppe da Copertino: lo straordinario dono di volare
Depositario, dunque, di carismi dati da Dio, come il dono della scienza infusa, San Giuseppe da Copertino nei momenti di estasi era soggetto anche alla levitazione. Di cosa si tratta precisamente? In che consiste questo fenomeno tanto particolare e raro?
Tecnicamente, si potrebbe dire, la levitazione consiste nel sollevarsi da terra e rimanere sospesi per aria senza alcun supporto fisico, in assoluto contrasto con le leggi di gravità. È perciò un evento totalmente prodigioso, che sbalordisce e interroga la scienza, che però non può fornire spiegazioni esaustive.

Il fenomeno è ovviamente estremamente raro, solo pochissimi mistici nel corso della storia sono stati soggetti a levitazione. La mistica cristiana considera la levitazione un fenomeno soprannaturale che si attribuisce ad una sovrabbondanza d’amore verso Dio. È interpretato come un’anticipazione della vita gloriosa della resurrezione.
San Giuseppe da Copertino era noto per il verificarsi di questa manifestazione dell’estasi mistica, di questo segno del favore divino. Si narrano diversi episodi in cui ne è stato protagonista e l’arte lo ha sempre raffigurato nell’atto di levitare, tanto affascinante e misterioso.
Il “frate volante”
Per questo singolare fenomeno che viveva nei momenti di massima unione con il Signore, il santo era chiamato “frate volante” e successivamente come il “santo dei voli”. Un documento di grande importanza conferma che dall’età di 32 anni Giuseppe viveva queste esperienze straordinarie. Nel 1635, il vicario generale Giovanni Granafei scriveva al vescovo di Nardò Fabio Chigi, che poi sarebbe diventato papa Alessandro VII quella che rimane come una testimonianza preziosa ed esplicativa.
Scriveva infatti: “ha l’estasi di continuo fra Gioseppe da Copertino conventuale, fa vita veramente di S. Francesco ed è stimato da tutti gran Servo di Dio”. Il paragaone era con San Francesco di Assisi che si diceva avesse avuto anche lui questo dono speciale.
Le esperienze della levitazione avvenivano anche in pubblico. Si racconta di un episodio che destò la commozione e colpì profondamente tutti coloro che vi assistettero. Avvenne nel corso di una delle sue più impressionanti estasi: questo santo frate si elevò fino all’altezza dell’Ostensorio che conteneva l’Eucaristia sopra l’altare, e lui era piuttosto piccolo di statura. Rimase sospeso in adorazione in mezzo alle candele accese, senza che queste gli arrecassero nessun danno. Stava così, oltre le leggi della fisica in un atteggiamento di completo rapimento mistico. Sembra che un’altra volta accadde la stessa cosa mentre san Giuseppe stava celebrando una Messa solenne dello Spirito Santo.