Nel nostro Paese, si ritorna a scuola, e si avvicina il tempo degli esami per coloro che sono iscritti all’Università. Un Santo in particolare aiuta gli studenti.
San Giuseppe da Copertino, conosciuto come “frate asino”, nonostante la sua scarsa preparazione culturale, superò tutti gli esami per diventare sacerdote. La Chiesa perciò lo ha proclamato Protettore degli studenti. E loro, ogni volta che sono prossimi ad un esame, lo invocano recitando questa preghiera.
Anche io, quando ero all’università, non riuscivo a capire perché ero ferma su un esame. Poi qualcosa è cambiato.
Quell’esame che non riuscivo a dare
Quando ero all’università, a Napoli, e spesso mi chiedevo: “Quale Santo può aiutarmi nel superare questo esame così difficile?”. Di solito, prima di ogni sessione, chiedevo alla Madonna della Neve, Protettrice del mio quartiere, di accompagnarmi per mano, insieme a Santa Rosalia, di cui porto il nome.
Ma, una sera, ricordo che era prima di uno degli esami più difficili che dovevo sostenere (Latino, ricordo ancora), mi trovai davanti, per caso, l’immagine di San Giuseppe da Copertino. La guardai con attenzione e lessi: “Protettore degli studenti”. Girai l’immagine e recitai quella preghiera.
Il giorno dopo mi recai all’università per sostenere l’esame. Ero molto agitata, avevo studiato, ma avevo il terrore che il professore potesse farmi “quell’unica domanda di quell’unico argomento avevo letto in modo veloce”. Quando sentii chiamare il mio nome, prima di entrare, presi di nuovo l’immagine di San Giuseppe da Copertino, chiusi gli occhi, e dissi: “Ti prego, accompagnami tu”.
Entrai in aula e mi sentivo leggera, senza più quell’ansia che mi opprimeva, ma soprattutto, sentivo che affianco a me c’era qualcuno che mi dava coraggio e mi poggiava la mano sulla spalla. Risposi a tutte le domande, compresa quella sulla metrica latina, che era per me un vero e proprio incubo.
La presenza e la sua mano appoggiata sulla mia spalla
L’esame andò benissimo. Da quel momento, ogni giorno, ho iniziato a recitare la preghiera dello studente di San Giuseppe. Ma non è stato solo un “aiuto temporaneo”. Dopo la laurea triennale, decisi di completare il mio percorso di studi con la specializzazione. Ed eccolo lì, ancora un altro esame ostico, davvero complesso, fatto di uno scritto e un orale.
Ma stavolta, non ero agitata né preoccupata, perché avevo iniziato a conoscere Giuseppe da Copertino, e ogni giorno lo pregavo. Inoltre, avevo con me una penna proveniente proprio dal Santuario di Osimo, nelle Marche dove è custodito il corpo del Santo. Grazie alla sua protezione, e anche a quella penna, San Giuseppe ancora una volta affiancò la sua mano alla mia e l’esame di Filologia Romanza andò oltre tutte le mie aspettative.

Quando mi sono specializzata, mio nonno mi disse: “Sai…al Santuario di Osimo, gli studenti che durante tutto il corso di esami universitari hanno chiesto aiuto al Santo, portano a lui la loro tesi, come segno di ringraziamento”. Così feci.
E fu proprio ad Osimo, che incontrai Fra Duilio Carletti e Fra Roberto Brunelli. Entrambi mi accolsero e, quando donai loro la mia tesi, con gioia mi dissero: “San Giuseppe ti ha accompagnato per mano ed ha voluto che tu proseguissi negli studi, senza mai fermarti, affidandoti a Dio e alla Madonna”. La gioia negli occhi dei due frati nel vedere quante grazie San Giuseppe continuava ad elargire a tanti studenti d’Italia e del mondo, era evidente.
Mi raccontarono la storia del santo fraticello, ma soprattutto mi accompagnarono a “posare” la mia tesi ai piedi dell’urna nella cripta del Santuario dove, oggi, San Giuseppe da Copertino riposa. Ringrazio sempre i due frati per avermi fatto conoscere ancor di più questo Santo