Nel 1870, papa Pio IX proclama San Giuseppe patrono della Chiesa universale, riconoscendo in lui il custode del mistero di Cristo e della comunità ecclesiale.
Nel 1955, Pio XII istituisce la memoria di San Giuseppe Lavoratore il 1° maggio, sottolineando la dignità del lavoro umano e offrendo un modello cristiano alle classi operaie. La sua intercessione accompagna chi affronta fatiche quotidiane, nella consapevolezza che «Dio benedice il lavoro dell’uomo» (Gen 1,28).
San Giuseppe il “Giusto” che obbedisce a Dio
Nel Vangelo di Matteo, Giuseppe è definito «giusto» perché «fedeltà alla Legge e carità» guidano le sue scelte (Mt 1,19). Scoprendo la gravidanza di Maria, pensa di ripudiarla in segreto per non esporla alla vergogna, ma un angelo lo illumina: «Non temere di prendere con te Maria, tua sposa» (Mt 1,20). In un atto di obbedienza filiale, Giuseppe accoglie il mistero dell’Incarnazione con umiltà, incarnando il primato della volontà divina sul giudizio umano (CCC 531).
Chiamato a proteggere Gesù e Maria, Giuseppe guida la Sacra Famiglia nella fuga in Egitto per sfuggire alla persecuzione di Erode (Mt 2,13-15), manifestando il suo ruolo di padre putativo e tutore. La sua presenza silenziosa dona sicurezza a Maria e al Bambino, mentre assicura loro rifugio e stabilità. Tale vicinanza è segno della premura di Dio per l’umanità sofferente (CCC 538), che non abbandona mai chi lo invoca.
Modello di lavoratore di fede ed umiltà
L’arte del falegname non è mera professione, ma “partecipazione all’opera creativa di Dio” (Patris Corde, 2). È Giuseppe ad insegnare a Gesù a mangiare «il pane frutto del proprio lavoro» (Patris Corde, 5), trasmettendo la dignità del lavoro manuale. Il titolo di Gesù come «figlio del carpentiere» (Mt 13,55) ricorda come il lavoro onesto sostenga la famiglia e benedica la comunità. San Giovanni Paolo II nel Laborem Exercens sottolinea che lavorare come Giuseppe significa conformarsi al Redentore che «si è fatto servo» (Fil 2,7) per servire.
La vita di Giuseppe si svolge nella “nascosta obbedienza” (LG 63), senza clamore o ricerca di onori. Questa è la sua caratteristica, sapersi fare da parte nel momento in cui Gesù, allo sposalizio di Cana, si manifesta al mondo. Da quel momento di lui si perde ogni traccia tanto che non si sa né quando sia morto né dove sia sepolto. Giuseppe esce di scena con lo stesso silenzio con cui aveva custodito il Verbo fatto carne, esprimendo ogni giorno un “sì” alla volontà di Dio anche in situazioni incerte.
La sua umiltà ed il suo servizio sono rivelazione del mistero pasquale: nella Croce, Cristo stesso si fa servo, compiendo l’opera redentrice (Fil 2,8; CCC 616). Consacrarsi a lui è affidare ad un padre provvidente le sfide quotidiane, certi che «chi confida nel Signore, riceve il suo aiuto» (Sal 2,12). San Giuseppe rimane per i fedeli modello di fede operante e custode della speranza.

Preghiera a San Giuseppe
“O beato Giuseppe, mostratevi padre anche per noi, e guidateci nel cammino della vita. Ottienici grazia, misericordia e coraggio, e difendici da ogni male. Amen”.