La Preghiera a San Michele Arcangelo è una delle più potenti preghiere per la richiesta di protezione dal male.
La sua storia si intreccia con un momento importante della vita ecclesiastica, ovvero il periodo post-conciliare, e rappresenta una devozione particolare verso l’Arcangelo Michele, il principe delle milizie celesti, che nella tradizione cattolica è considerato protettore contro le forze del male.
San Michele Arcangelo – Origine della Preghiera
La Preghiera a San Michele Arcangelo è stata composta da Papa Leone XIII nel 1886, dopo che il Pontefice ebbe la visione, durante una celebrazione della Messa, del demonio che, convinto di distruggere la Chiesa, si scagliava con forza contro di essa. A seguito di questo evento, Leone XIII ordinò che la preghiera fosse recitata alla fine di ogni Messa in tutte le chiese cattoliche. La sua finalità era quella di invocare la protezione dell’Arcangelo Michele contro le insidie del male e di chiedere aiuto per la lotta spirituale quotidiana.
Il testo in Latino recita così: “Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio, contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur, tuque, Princeps militiae caelestis, satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen”.
Esistono diverse traduzioni della Preghiera a San Michele Arcangelo questa che proponiamo è presa dal sito ufficiale del Vaticano ed è quella più utilizzata: “San Michele Arcangelo, difendici nella lotta: sii il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del demonio. Supplichevoli preghiamo che Dio lo domini e Tu, Principe della Milizia Celeste, con il potere che ti viene da Dio, incatena nell’inferno satana e gli spiriti maligni, che si aggirano per il mondo per far perdere le anime. Amen”.
La versione di Papa Pio XII
Alla versione di Leone XIII se ne aggiunse una redatta da Papa Pio XII nel 1950. Il testo in latino si discosta solo nel cambio di posizione di due parole e vuole essere un completamento della precedente rendendola più equilibrata nel richiamare la protezione del Principe del Cielo non solo sulla Chiesa ma su l’umanità intera minacciata al termine della II Guerra Mondiale da tumulti sociali, politici, religiosi e dalle ideologie anti-cristiane.
La preghiera di Pio XII non solo chiedeva l’intercessione di San Michele contro il male, ma rifletteva anche la crescente necessità di spiritualità e protezione in un’epoca segnata dalla devastazione e dalle divisioni mondiali.
Latino: “Sancte Michael Archangele, defende nos in praelio, contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur, tuque, Princeps militiae caelestis, con virtute divina, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, in infernum detrude. Amen”.
Significato e Spiegazione Teologica
San Michele Arcangelo è considerato il campione di Dio contro le forze del male, come si evince anche dal suo nome che significa “Chi come Dio?”. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica, l’Arcangelo Michele è definito come il “difensore del popolo di Dio” (cf. CCC, n. 329), ed il suo ruolo è quello di combattere e sconfiggere Satana. La preghiera chiede pertanto la sua intercessione a protezione del popolo di Dio nella battaglia spirituale con le forze oscure.
Le parole “Che Dio lo combatta” sono un riconoscimento del fatto che la battaglia spirituale contro il male è una lotta che non si svolge solo tra le creature terrestri, ma anche nella dimensione celeste, con la partecipazione diretta di Dio. La supplica rivolta a San Michele, in quanto “Principe della milizia celeste”, riconosce la sua autorità e potenza in questo combattimento.
La preghiera a San Michele, redatta da Leone XIII, fu in effetti recitata regolarmente in molte parrocchie e chiese subito dopo la Messa fino agli anni ’60, quando fu eliminata dalla pratica liturgica durante il Concilio Vaticano II. Tuttavia, Papa Pio XII, in risposta agli eventi del suo tempo, ritenne opportuno rafforzare questa preghiera, rendendola ancor più incisiva e adatta alla sua epoca. La sua versione divenne quindi una sorta di continuazione, ma anche un aggiornamento, alla preghiera di Leone XIII, rispondendo alle sfide del XX secolo

Curiosità e Diffusione
Nel 1886, quando Leone XIII decise di introdurre questa preghiera, non immaginava che essa sarebbe diventata una delle più amate e diffuse tra i fedeli. La sua recita obbligatoria alla fine di ogni Messa durò fino al 1964, quando, in seguito alle modifiche apportate dal Concilio Vaticano II alla liturgia, la preghiera cessò di essere recitata regolarmente.
Tuttavia, è rimasta nella devozione popolare, spesso recitata nei momenti di difficoltà o di lotta spirituale. Nel corso del tempo, la preghiera ha attraversato diverse tradizioni e culture, rimanendo una presenza forte nella vita spirituale della Chiesa cattolica. L’invocazione a San Michele è anche un segno di speranza e di protezione, in un mondo che, come si percepisce, è spesso minacciato dalle forze del male.
La Preghiera a San Michele Arcangelo continua ad essere un punto di riferimento fondamentale per il credente che desidera chiedere aiuto nelle difficoltà della vita quotidiana, ma anche un richiamo alla lotta spirituale che ogni cristiano è chiamato a vivere.
Essa ci ricorda che la protezione divina non è mai lontana, e che attraverso la figura di San Michele, la Chiesa trova un potente intercessore contro le forze oscure.