Santa Gianna Beretta Molla ci insegna che la vera grandezza si trova nel servizio agli altri, nella fedeltà alla vocazione e nel coraggio di scegliere la vita, anche a costo del sacrificio personale.
Patrona delle madri, dei bambini non ancora nati e dei medici Gianna, con il suo esempio, ci ricorda che ogni vita è un dono prezioso e che l’amore materno è un riflesso dell’amore di Dio. La sua è stata una testimonianza unica di quanto affermato dal Catechismo della Chiesa cattolica: “La famiglia è la comunità di persone che Dio ha voluto come luogo in cui si vive l’amore e la vita” (CCC 2204).
Gianna Beretta Molla: una vita di Fede e Servizio
Gianna Beretta Molla nacque il 4 ottobre 1922 a Magenta, in provincia di Milano. Fin da giovane, si distinse per la sua dedizione alla fede cattolica, partecipando attivamente all’Azione Cattolica e impegnandosi nelle opere di carità. Si laureò in Medicina e Chirurgia nel 1949 all’Università di Pavia e si specializzò in Pediatria nel 1952 all’Università di Milano. Aprì un ambulatorio a Mesero, dove esercitò la professione medica con dedizione, considerandola una vera e propria missione. La sua vita quotidiana era permeata dalla preghiera, dalla partecipazione alla Messa e dall’impegno nel servizio agli altri.
Nel 1954, Gianna incontrò Pietro Molla, un ingegnere con cui condivise valori di fede ed impegno sociale. Si sposarono il 24 settembre 1955 e divennero genitori di tre figli: Pierluigi, Maria Rita e Laura. Gianna viveva la maternità come un dono di Dio, cercando di armonizzare gli impegni familiari con la sua professione e il suo apostolato. Il Catechismo della Chiesa Cattolica sottolinea l’importanza del matrimonio come vocazione e sacramento, affermando che “il matrimonio è ordinato al bene dei coniugi, al bene della procreazione e dell’educazione della prole” (CCC 1601).
La prova della malattia
Nel settembre 1961, durante la sua quarta gravidanza, Gianna scoprì di avere un fibroma all’utero. I medici le proposero diverse opzioni, tra cui l’aborto terapeutico o l’isterectomia, ma Gianna rifiutò categoricamente queste soluzioni. Espresse chiaramente il suo desiderio: “Se dovete decidere fra me e il bambino, scegliete il bambino. Salvate lui“. La sua scelta rifletteva una profonda fede nella sacralità della vita umana, come insegnato dalla Chiesa: “La vita umana è sacra perché dalla sua inizio fino alla sua fine è voluta da Dio” (CCC 2258).
Il 21 aprile 1962, Gianna diede alla luce Gianna Emanuela, ma le sue condizioni di salute peggiorarono rapidamente. Nonostante gli sforzi dei medici, morì il 28 aprile 1962, all’età di 39 anni. La sua morte fu un atto di amore supremo, testimoniando la verità del Vangelo: “Nessuno ha amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici“ (Gv 15,13).

Beatificazione e Canonizzazione di Gianna Beretta Molla
Gianna Beretta Molla fu beatificata da Papa Giovanni Paolo II il 24 aprile 1994 e canonizzata il 16 maggio 2004. La sua memoria liturgica è celebrata il 28 aprile. Il Papa la definì “madre di famiglia” e “testimone di vita”, sottolineando il suo esempio di fede e sacrificio. Il Catechismo insegna che “il martirio è la testimonianza data alla verità della fede mediante il supplizio” (CCC 2473), e il sacrificio di Gianna può essere visto come un martirio della vita.
Preghiera a Santa Gianna Beretta Molla
O Santa Gianna, eroico esempio di amore e sacrificio, tu che hai saputo accogliere il dono della vita fino a donare la tua stessa esistenza per il tuo bambino, intercedi per noi presso il Signore della vita. Ottienici la grazia di amare, difendere e servire ogni vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, con il coraggio e la tenerezza che hanno animato la tua missione di madre e di medico. Tu che hai sperimentato le gioie e le fatiche della vita familiare, intercedi per tutte le famiglie, perché siano sante e unite nell’amore di Cristo. Santa Gianna, prega per noi, affinché sappiamo vivere la nostra vocazione con generosità e fede, e un giorno possiamo unirci a te nella gioia eterna del Paradiso. Amen.