Il segno della croce è distintivo di tutti i cristiani: quale è il suo significato più profondo e come bisogna farlo nel modo giusto?
Ogni cattolico fa il segno della croce più volte al giorno: sono tanti i momenti in cui si compie questo piccolo gesto così tanto significativo. Certamente lo facciamo quando entriamo in una chiesa, ma anche prima di iniziare a pregare. È buona abitudine farlo appena svegli o prima di mangiare e in tante occasioni in cui vogliamo esprimere appartenenza al Signore e segno di riverenza.
Cosa significa esattamente il segno della croce e cosa indichiamo quando lo facciamo? Non solo: qual è il modo di farlo correttamente? Ecco cosa dice la Chiesa al riguardo. Innanzitutto possiamo dire che le prime attestazioni dell’uso di compiere questo gesto risalgonoa al III secolo.
Cosa significa esattamente il segno della croce?
Tracciare la croce con dei segni della mano sul proprio corpo è un gesto che si fa certamente dai primi secoli del cristianesimo. Tertulliano scriveva “noi cristiani abbiamo il segno della croce impresso sulla fronte”. Il gesto che si fa, come sappiamo, parte dalla testa, per scendere al centro del petto e finire con le spalle, prima una e poi l’altra.
Mentre si fa il segno della croce si dice: “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo“. Per prima cosa questo gesto indica un’appartenenza. Apparteniamo alla Santissima Trinità e lo dichiariamo in questo modo. Nel dirlo colleghiamo Dio Padre, Figlio e Spirito Santo alla croce in cui Gesù è morto per la nostra salvezza, la dimostrazione dell’amore più grande.

Il rimando è quindi anche all’amore che ci viene donato gratuitamente da questa Trinità che ci ama immensamente e a cui proclamiamo così di voler appartenere. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ( (CCC 2157) afferma che “Il segno della croce è una preghiera sacramentale che esprime la fede nella Santissima Trinità e nel mistero della salvezza di Cristo, consacrando la giornata a Dio e rafforzando il credente nelle tentazioni“.
Ancora il Catechismo ci insegna che “il segno della croce ci fortifica nelle tentazioni e nelle difficoltà“: è dunque un modo per consacrarsi costantemente e ricevere la forza necessaria ad affrontare ogni cosa vivendo in Dio. San Giovanni Crisostomo affermava che “ovunque [i demoni] vedano il segno della croce, questi volano via, temendolo come il bastone col quale vengono percossi”.
Il modo giusto di fare il segno della croce
Il segno della croce si fa portando la mano prima sulla fronte, mentre si dice “nel nome del Padre“, per poi portarla al centro del petto, segno del cuore, quando si pronuncia “del Figlio” e toccando prima la punta della spalla del lato opposto e poi quella del braccio con cui si fa il segno si dice “e dello Spirito Santo“.
Questo gesto vuole coinvolgere e indicare che si appartiene a Dio Trinità con la mente, rappresentata dalla fronte, con il cuore, indicato dal petto e con tutta la propria persona, in modo quindi totalizzante, nel gesto che ci avvolge da una spalla all’altra.
Spesso vediamo che il segno della croce viene fatto un po’ alla leggera, in momenti di difficoltà come richiesta di una protezione immediata, oppure in modo forse un po’ superstizioso, come fanno alcuni atleti durante le partite. Il gesto richiede certamente serietà mentre lo si compie, proprio per il significato particolarmente profondo che riveste.
Sorge anche la domanda su quale mano debba compiere il segno, se la destra o la sinistra. Generalmente il segno della croce si fa con la mano destra, considerando anche che la maggior parte delle persone usa questo lato come primario per le azioni più comuni. In realtà non esiste una norma precisa che obbliga a compierlo con la destra o vieta di farlo con la sinistra, nel caso dei mancini. Ciò che conta è certamente che il segno della croce venga fatto con fede e con amore verso questo Dio uno e trino, a cui, come ci insegnano le litanie trinitarie possiamo dire: “Santa e indivisibile Trinità, ti adoro profondamente, ti amo immensamente, ti ringrazio perpetuamente“.