Il mese di settembre è dedicato alla Beata Vergine Maria Addolorata e ai suoi Sette Dolori: da dove nasce questa devozione e come si sviluppa?
A ciascun mese dell’anno viene data una dedica devota e per quanto riguarda settembre tradizionalmente è la Beata Vergine Maria Addolorata e i suoi Sette Dolori ad essere contemplati. Si tratta di un periodo di riflessione più specifica e approfondita sulla sofferenza che la Madre di Dio ha vissuto durante la Passione e morte del Figlio, ma anche nel corso della sua vita, in vari momenti, come ci raccontano i Vangeli.
Settembre è il mese scelto per meditare su questo e onorara la Vergine Maria sotto questo aspetto relativo al dolore, anzi ai vari dolori, di diversa intensità e di vario tipo, che patì, per un motivo ben preciso. Il 15 settembre, infatti, ricorre la memoria liturgica della Beata Vergine Maria Addolorata, che segue quella, il giorno precedente, il 14, dell’Esaltazione della Santa Croce.
La Beata Vergine Maria Addolorata e i suoi Sette Dolori: la devozione di settembre
Per quanto riguarda l’origine di questa tradizione c’è da dire che la venerazione della Madonna Addolorata risale al periodo medievale, si sviluppa in particolare a partire dalla fine dell’XI secolo. Successivamente l’Ordine dei Servi di Maria diede un forte impulso alla devozione circa i dolori che subì la Vergine Maria contribuendo significativamente alla diffusione di questo cultoi. Poi nel 1814 papa Pio VII istituì la festa liturgica della Madonna Addolorata estendendola a tutta la Chiesa.
In seguito, fu papa Pio X, nel secolo scorso, a stabilire la data del 15 settembre, come memoria liturgica, scelgiendo il giorno successivo all’Esaltazione della Santa Croce per sottolineare il legame tra Madre e Figlio anche nel dolore. Tra coloro che contribuirono alla diffusione di questa devozione ci furono anche Sant’Anselmo e San Bernardo.
Inizialmente i dolori che venivano considerati erano 5, come 5 erano i Gaudi. Si tratta di momenti della vita di Maria raccontati nei Vangeli, ma anche elementi tramandati dalla devozione popolare, legati alla Passione e alla morte di Gesù, ma non solo.

L’arte iconografica rappresentava i dolori di Maria con l’immagine di cinque spade conficcate nel cuore. Poi si passò a considerarne 7, e anche le spade che traffigono il cuore della Madre raggiunsero questo numero. Un testo anonimo medievale, il Liber de passione Christi et dolore et planctu Matris eius ebbe molto successo nella contemplazione del pianto della Madonna sotto la croce.
Lo Stabat Mater di Jacopone da Todi, del XII secolo, fu un componimento musicale rimasto celebre ancora oggi e veniva cantato durante la liturgia per onorare Maria e le sue sofferenze alla morte del Figlio.
I Sette dolori di Maria si concentrano a considerare alcuni momenti della sua vita ed esattamente:
- La profezia di Simeone (Lc 2, 34-35).
- La fuga in Egitto (Mt 2, 13-15).
- Lo smarrimento di Gesù nel Tempio (Lc 2, 41-51).
- L’incontro di Maria con Gesù durante la Via Crucis.
- Maria ai piedi della croce (Gv 19, 25-27).
- Maria quando accoglie tra le sue braccia Gesù morto deposto dalla croce (episodio della tradizione, noto come la Pietà).
- Maria che assiste alla sepoltura di Gesù (evento non tratto dai Vangeli, ma da racconti tradizionali ritenuti attendibili).
Maria nella sofferenza vissuta con fede e amore
Nella tradizione popolare è sorta anche la cosiddetta ‘Via Matris’, una versione mariana della Via Crucis, istituita in varie località di Italia e di Europa. Si tratta di cammini penitenziali e di meditazione che si incentrano specificatamente sui Sette Dolori di Maria.
La sofferenza di Maria, con quella spada che le avrebbe trafitto il cuore, come le era stato preannunciato dal profeta Simeone al momento della Presentazione di Gesù al tempio, è rappresentata sommamente nel momento della Passione e morte di Gesù. Ma sono stati diversi, dunque, i momenti in cui ha patito, seppure in misura minore. Lei serbava tutte le cose che non comprendeva immediatamente meditandole nel suo cuore. La sua risposta anche davanti al dolore, anche a quello estremo sotto la croce in cui era appeso suo figlio, il Figlio di Dio, è sempre stata illuminata dalla fede più grande, quella sommamente esemplare, quella dell’abbandono più totale alla volontà d’amore del Padre.