Terra Santa: piccola ripresa dei pellegrinaggi, segno di speranza

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Terra Santa: c'è una ripresa dei pellegrinaggi - medjugorje.it
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I pellegrinaggi in Terra Santa hanno subito un forte stop a causa della guerra, ma ora si sta assistendo ad una timida ripresa, segno di speranza. 

Dal 7 ottobre 2023 la Terra Santa, da sempre meta di pellegrinaggi, ha subito un invevitabile forte stop, che di conseguenza ha prodotto una grossa crisi nell’economia locale. Ma non solo: oltre alle difficoltà economiche, i I cristiani che abitano lì non hanno più modo di vivere la loro missione, che è quella di essere un ponte.

Il turismo internazionale, compresi i pellegrinaggi cristiani che ne costituivano una parte significativa, è stato duramente colpito dal conflitto, lasciando l’intero settore in una crisi senza precedenti. I dati sono davvero sconfortanti, e solo adesso si assiste ad una timida ripresa, che però costituisce un segnale di grande speranza. 

La timida ripresa dei pellegrinaggi in Terra Santa come segno di speranza

Prima c’è stata l’assenza totale dei pellegrini, dopo che per la gran parte del 2023 si erano registrati circa 3 milioni di visitatori. Si calcola che  Israele ne ha ricevuti solo circa 961.000 nel 2024, con un calo di oltre il 68% in un anno. Alcuni mesi sono stati particolarmente significativi: ad aprile 2024, ad esempio, il Paese ha registrato poco più di 80.000 ingressi, con un calo di quasi il 77% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Questi sono i dati più significativi, ma c’è da dire che a sollevare un po’ il morale c’è la seppur piccola ripresa che si sta registrando ultimamente. Considerando alle ripercussioni economiche che in generale ricadono sulla società, si pensa che, ad esempio, il tasso di disoccupazione a Betlemme è dell’80%.

riprendono i pellegrinaggi in terra santa
Ripresa dei pellegrinaggi in Terra Santa come segno di speranza – medjugorje.it

Un segnale di incoraggiamento è stato dato durante quest’anno dal card. Aveline che a luglio 2025 ha voluto personalmente dimostrare il sostegno della Chiesa in Francia, trascorrendo una settimana lì con una delegazione. L’obiettivo era chiaramente quello di  incoraggiare i fedeli a compiere nuovamente pellegrinaggi nella terra di Cristo. Il risultato è stata una leggera ripresa, che fa ben sperare.

Piccoli passi verso un atteso cambiamento

Seppure il ripristino della situazione precedente al conflitto sembra ancora molto lontano, piccoli segni di un miglioramento ci sono e sono incoraggianti. Dopo i successivi cessate il fuoco, con il Libano a giugno, poi con Israele e Hamas il 9 ottobre si avverte un progressivo ritorno alla calma. In questo contesto, i responsabili dei gruppi turistici hanno iniziato di nuovo a proporre progetti.

Un primo gruppo partirà con il vescovo di Nevers a fine dicembre. Poi ne verrà inviato uno al mese.  Nonostante questi numeri siano molto inferiori rispetto al 2019, quando partivano 53 gruppi ogni anno, ovvero quattro al mese, la ripresa sembra essere all’orizzonte.

La ripresa è molto graduale, principalmente con le richieste delle parrocchie per il 2026 e alcune registrazioni individuali. I cristiani locali sono molto felici di vedere i pellegrini tornare e si dichiarano fiduciosi per il futuro. Il Ministero degli Affari Esteri francese continua a sconsigliare ai cittadini francesi di recarsi in Israele e in Cisgiordania, anche solo per turismo e per visite familiari. Lo stesso consiglio vale per Gerusalemme. È certamente necessaria molta prudenza. La speranza è comunque che la situazione si sblocchi e che nel 2026 che sta per arrivare ci siano novità positive nell’ottica di una pace che porti la normalità e una prosperità tanto affossata.