Vangelo di oggi 1 dicembre: “Il Miracolo del Centurione”

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Vangelo di oggi 1 dicembre: "Il Miracolo del Centurione"
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Il brano del Vangelo di oggi ci mostra che la fede autentica nasce dal riconoscere la propria fragilità e dall’affidarsi alla potenza misericordiosa di Cristo.

Il racconto dell’incontro tra Gesù e il centurione (Mt 8,5-11) è uno dei momenti più intensi riguardo al tema della fede. Protagonista non è un discepolo, né un membro del popolo eletto, ma un pagano, un ufficiale romano, che riconosce in Gesù un’autorità divina capace di operare con la sola parola. La sua umiltà, espressa nella famosa frase «Signore, io non sono degno…», è divenuta modello per ogni credente.

Dal Vangelo secondo Matteo 8,5-11

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

Vangelo di oggi 1 dicembre: "Il Miracolo del Centurione"
Commento al vangelo del 1 dicembre

La riflessione sul Vangelo di oggi

Il centurione si avvicina a Gesù mosso da una profonda compassione per il suo servo, gravemente malato. La sua richiesta rivela un cuore che non si lascia indurire dal ruolo militare o dalle distanze culturali: l’amore che nutre per il servo diventa il ponte che lo conduce a Cristo. Già questo è un insegnamento: l’autentica fede nasce spesso dal dolore condiviso, dall’intercessione, dal desiderio di guarigione per qualcuno che amiamo.

Gesù risponde con una disponibilità sorprendente: «Verrò e lo guarirò». Non guarda alla sua origine pagana né alla sua appartenenza all’esercito romano. Il Signore non rifiuta nessuno che lo invoca con cuore sincero (cf. Gv 6,37). Tuttavia, la grandezza del centurione emerge nella risposta: «Non sono degno che tu entri sotto il mio tetto». Qui si rivela la sua straordinaria umiltà. Pur essendo uomo di autorità, riconosce in Gesù una signoria superiore, una potenza che trascende lo spazio fisico.

La sua fede nella “Parola” di Gesù è profondamente biblica. I Salmi ricordano che Dio «manda sulla terra la sua parola, il suo messaggio corre veloce» (Sal 147,15). La Tradizione della Chiesa afferma che la Parola del Signore compie ciò che annuncia, opera efficacemente nel cuore di chi l’accoglie. Il centurione coglie questo mistero: se Gesù comanda, la malattia non può che obbedire.

Gesù “si meravigliò” della sua fede. È uno dei rari casi in cui il Vangelo parla della meraviglia di Gesù: non di fronte ai miracoli, ma davanti alla fiducia di un uomo apparentemente lontano. Proprio per questo il Signore afferma: «Molti verranno dall’oriente e dall’occidente». L’annuncio è universale: il Regno dei cieli è destinato a tutti quelli che accolgono Cristo con fede sincera, non solo a chi appartiene esternamente al popolo eletto.

In questo episodio, infine, emerge anche la dimensione ecclesiale della fede. Le parole del centurione sono diventate parte del rito della Messa, ripetute prima della comunione: riconosciamo la nostra indegnità ed allo stesso tempo la potenza risanatrice del Signore. La misericordia di Cristo supera la fragilità umana: Egli guarisce, solleva, salva. La fede del centurione diventa così paradigma del cammino cristiano: umiltà, fiducia, intercessione ed apertura universale.

Spunti di riflessione personale

  1. Quali situazioni mi impediscono di riconoscere la mia fragilità davanti a Dio?
  2. Ho la stessa fiducia nella Parola di Gesù che mostra il centurione, o cerco sempre segni tangibili?

Preghiera di oggi

Signore Gesù, donami un cuore umile come quello del centurione. Fa’ che io riconosca la forza della Tua Parola e mi affidi a Te con fiducia totale. Guarisci le ferite del mio cuore e quelle delle persone che porto nella preghiera. Rendi la mia fede semplice, autentica, capace di meravigliarti come il centurione di Cafarnao. Amen.