Il brano del Vangelo di oggi ci presenta un episodio che ad una lettura superficiale potrebbe sembrare spiazzante.
Gesù, informato della presenza di sua madre e dei suoi parenti, sembra quasi distaccarsene. In realtà, non c’è disprezzo o rifiuto, ma l’intento di allargare la prospettiva. Gesù apre il concetto di famiglia, superando i legami di sangue per indicare una comunione più profonda: quella che nasce dall’ascolto e dalla pratica della Parola di Dio. Maria stessa è la prima ad appartenere a questa nuova famiglia, perché ha accolto la Parola con fede totale: «Ecco la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola» (Lc 1,38).
Dal Vangelo secondo Luca 8,19-21
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

La riflessione sul Vangelo di oggi
Gesù afferma: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» (Lc 8,21). Questa frase non è una svalutazione dei legami familiari, ma un insegnamento decisivo per la vita cristiana. Il vero vincolo che ci unisce a Lui è la fede, vissuta nell’obbedienza alla Parola.
La Sacra Scrittura insiste spesso sull’ascolto. «Ascolta, Israele» (Dt 6,4): il cuore della fede biblica è l’ascolto di Dio, che si traduce in fedeltà ed azione. Gesù riprende questo principio e lo porta a totale compimento. Non basta un ascolto superficiale o emotivo: occorre tradurre la Parola in gesti concreti di amore, perdono, misericordia. Come ricorda Giacomo: «Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi» (Gc 1,22).
Maria è il modello perfetto di questa beatitudine. Ella non solo ha dato alla luce il Figlio di Dio secondo la carne, ma lo ha accolto nel cuore con fede. Sant’Agostino scrive: «Maria è più beata per aver accolto la fede di Cristo che per aver concepito la carne di Cristo» (De sancta virginitate, 3). Questo mostra che i legami spirituali superano quelli naturali: diventiamo “famiglia di Gesù” quando ci lasciamo trasformare dalla Parola.
Il Concilio Vaticano II insegna che la Chiesa è la comunità di coloro che «ascoltano la Parola di Dio con devozione e la proclamano con coraggio» (Dei Verbum, 1). Questo significa che ogni cristiano è chiamato a vivere come fratello o sorella di Cristo, condividendo la missione del Vangelo.
La frase di Gesù è anche un invito alla responsabilità: l’ascolto autentico comporta la testimonianza. Non si tratta di una fede privata, chiusa nel cuore, ma di un cammino che genera comunione e trasforma le relazioni. La vera famiglia di Cristo è la comunità dei credenti che vivono nella carità e nella fedeltà alla sua Parola.
Spunti di riflessione personale
- Metto davvero al centro della mia vita l’ascolto della Parola di Dio, lasciandomi guidare nelle scelte quotidiane?
- Vivo la Chiesa come famiglia di fratelli e sorelle uniti in Cristo, oppure resto ripiegato su una fede individualista?
Preghiera di oggi
Signore Gesù, rendimi parte della Tua famiglia vera, quella che nasce dall’ascolto e dall’obbedienza alla Parola. Donami un cuore docile come quello di Maria, capace di custodire e meditare ciò che Tu dici. Fa’ che la mia vita diventi testimonianza concreta del Vangelo, così che altri possano riconoscere in me la luce della Tua presenza. Amen.