Nel brano del Vangelo di oggi Gesù utilizza l’immagine semplice e quotidiana del fico per insegnare a leggere i segni dei tempi.
Come il germogliare degli alberi annuncia l’arrivo dell’estate, così gli eventi della storia rivelano l’avvicinarsi del Regno di Dio. Le parole di Cristo non vogliono generare paura, ma vigilanza fiduciosa. Gesù assicura che tutto ciò che annuncia si compirà e che la Sua Parola resterà in eterno, anche quando il cielo e la terra passeranno. In queste poche frasi risuona la certezza che il discepolo non è mai abbandonato agli eventi, ma cammina sostenuto da una promessa che non muta e non svanisce.
Dal Vangelo secondo Luca 21,29-33
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

La riflessione sul Vangelo di oggi
Gesù invita i discepoli ad “osservare la pianta di fico”, uno degli alberi più comuni in Palestina. Ogni volta che il fico mette le prime foglie, chiunque comprende che l’estate è ormai alle porte. Questa immagine, così immediata, diventa una chiave spirituale: il mondo è pieno di segni che parlano di Dio e del suo Regno. La fede non è cieca, ma attenta; non resta passiva, ma legge ciò che accade con discernimento. Come insegna la Scrittura, “perché non conoscete il tempo della vostra visita?” (Lc 19,44): il rischio è non riconoscere ciò che Dio compie nel presente.
Gesù prosegue affermando che, quando i discepoli vedranno accadere “queste cose”, dovranno capire che il Regno è vicino. Non si tratta di individuare date o calcoli, ma di comprendere che la storia è orientata verso un compimento. La promessa di Dio non si perde nella confusione degli eventi. L’Apostolo ricorda: “La notte è avanzata, il giorno è vicino” (Rm 13,12). Ogni avvenimento, anche quelli difficili o dolorosi, possono diventare un richiamo alla speranza ed alla perseveranza.
Quando Gesù dichiara: “Non passerà questa generazione prima che tutto avvenga”, non parla semplicemente di un cronoprogramma. Indica che il tempo inaugurato dalla Sua venuta è il tempo definitivo, quello in cui le promesse iniziano a compiersi. La sua morte e risurrezione, la distruzione del tempio, la diffusione del Vangelo e la continua nascita della Chiesa confermano che il Regno è già in mezzo a noi (Lc 17,21), anche se non ancora nella sua pienezza.
Il culmine del brano è l’affermazione: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. Qui risuona una verità centrale della fede: solo la Parola del Signore è eterna. Già l’Antico Testamento lo annunciava: “L’erba secca, il fiore appassisce, ma la parola del nostro Dio dura per sempre” (Is 40,8). E la Chiesa insegna che la parola di Cristo è “la norma suprema e perenne della vita dell’uomo”, fonte di verità e luce nel cammino terreno. Tutto ciò che è umano è fragile; solo ciò che viene da Dio rimane per l’eternità. La nostra sicurezza, quindi, non consiste negli avvenimenti mutevoli, ma nel Salvatore che non cambia.
Spunti di riflessione personale
- Quali “segni del Regno” riconosco nelle situazioni quotidiane, persino nelle difficoltà?
- In che modo la Parola di Cristo è davvero fondamento stabile per le mie scelte e le mie speranze?
Preghiera di oggi
Signore Gesù, Tu che fai germogliare i segni del Regno anche nei giorni più oscuri, apri i miei occhi perché sappia riconoscere la Tua presenza. Rendi il mio cuore vigilante, fiducioso, docile alla Tua Parola, che non passa e non tradisce. Fa’ che, guidato dalla Tua luce, possa affrontare ogni stagione della vita nella certezza che Tu sei vicino e che il Tuo Regno avanza per sempre. Amen.