Il brano del Vangelo di oggi richiama l’agire di Dio nella storia della salvezza, Colui che “dà il cibo a ogni vivente” (Sal 136,25).
Il brano della moltiplicazione dei pani e dei pesci nel deserto mette in luce il cuore compassionevole di Cristo, che si prende cura dell’uomo nella sua interezza: spirito, corpo e vita concreta. La folla segue Gesù da tre giorni, affamata di Parola ed ormai anche di pane. Di fronte alla loro fragilità, Gesù non rimane indifferente: vede, sente, si commuove ed agisce rivelando il volto del Padre, che non abbandona mai i suoi figli, nemmeno nei deserti dell’esistenza.
Dal Vangelo secondo Matteo 15,29-37
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

La riflessione sul Vangelo di oggi
L’episodio inizia con una folla che porta ai piedi di Gesù ogni tipo di sofferenza: zoppi, ciechi, sordi, storpi. È un quadro dell’umanità ferita. Gesù accoglie e guarisce, manifestando che in Lui il Regno di Dio è vicino e si realizza (cf. Lc 7,22). Le guarigioni non sono soltanto miracoli fisici, ma segno di un’opera più profonda: il ritorno dell’uomo alla pienezza per cui è stato creato. La folla vede, si stupisce e loda Dio. Ogni miracolo diventa un’occasione di fede.
Ma il brano non si ferma qui. Gesù osserva qualcosa che gli occhi degli uomini non vedono: la fame. La frase «Sento compassione per la folla» è decisiva. La compassione — splagchnízomai — indica le viscere che si muovono: è il sentimento più profondo dell’amore di Dio. È lo stesso sentimento che il Padre ha per il figliol prodigo (cf. Lc 15,20). Gesù non vuole che il popolo torni a casa “vengano meno lungo il cammino”. Il Signore non abbandona mai chi cammina verso di Lui.
I discepoli appaiono smarriti: «Come possiamo trovare pane nel deserto?» Il deserto richiama l’Esodo, dove Dio nutrì Israele con la manna (cf. Es 16). Anche qui è Gesù a provvedere. Egli chiede: «Quanti pani avete?». Sette pani: il numero della pienezza. Ciò che l’uomo offre, anche se poco, diventa molto nelle mani del Signore. Questo gesto manifesta il modo in cui Dio opera: prende, benedice, spezza e dona — lo stesso linguaggio dell’Eucaristia (cf. Mt 26,26). La tradizione della Chiesa riconosce in questo miracolo un’anticipazione del Sacramento nel quale Cristo nutre il suo popolo fino alla fine dei tempi.
L’abbondanza finale — sette sporte — testimonia che la generosità di Dio supera ogni misura umana. Non dà appena il necessario: dà in sovrabbondanza. È il segno che il suo amore non si esaurisce mai.
Questo pone il focus su due dimensioni fondamentali: la compassione divina e la responsabilità dei discepoli. Gesù coinvolge i Suoi: «li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla». Chi si nutre di Cristo diventa strumento per nutrire gli altri. Come insegna la Chiesa, la missione nasce dall’incontro con l’amore che salva e si diffonde per attrazione, non per obbligo.
Spunti di riflessione personale
- Quali “pani” posso consegnare oggi a Gesù, perché Egli li trasformi per il bene degli altri?
- La mia compassione assomiglia a quella di Cristo o si ferma alle sole parole?
Preghiera di oggi
Signore Gesù, che hai compassione delle nostre fatiche e dei nostri deserti, accogli ciò che siamo e ciò che abbiamo. Spezza il nostro egoismo, moltiplica la nostra carità e donaci occhi capaci di vedere le necessità dei fratelli. Fa’ che il Tuo pane diventi forza, pace e consolazione per tutti. Amen.