Amari e liquori monastici nati nei chiostri: gli antichi segreti custoditi dai frati

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Ci sono amari e liquori monastici i cui segreti sono tramandati e custoditi dai frati. Ecco le loro origini e a che scopo erano preparati

Amari e liquori sono da sempre tra le bevande più consumate al mondo, ma sapevate che ne esistono alcuni tipi che non hanno uno scopo, per così dire, mondano. Non sono consumati in serate in discoteca o cose del genere, ma hanno tutt’altro uso e significato.

Stiamo parlando di distillati e infusi le cui radici affondano in antiche tradizioni trasmesse, nei secoli, da monaci ed erboristi religiosi. Questi prodotti, infatti, inizialmente avevano un obiettivo ben preciso, che nel tempo si è trasformato, fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui sono usati, in particolare, come digestivi.

Amari e liquori monastici, dove sono nati e quali sono i più famosi

Forse non tutti lo sanno, ma è nei monasteri medievali che i frati si occupavano della coltivazione di erbe medicinali. Non solo, perché essi le esaminavano e studiavano.

Amari e liquori monastici nati nei chiostri
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Grazie alle erbe medicinali, i frati preparavano infusi e liquori che servivano come terapia per guarire da lievi disturbi e anche per dare più forza ai pellegrini. Le ricette erano dei veri e propri segreti da custodire e si tramandavano all’interno delle varie comunità di monaci.

Questi prodotti erano realizzati, e ancora oggi, in certi contesti, avviene, con metodi naturali, che richiedevano processi piuttosto lunghi. Non c’erano additivi chimici, ma si macerava tutto e a lungo, usando ingredienti del territorio.

Tra i liquori monastici più conosciuti e apprezzati, c’è il Nocino, derivato da noce verde, molto consumato e diffuso in Lombardia ed Emilia-Romagna. È usato principalmente come digestivo. E ancora, l’Amaro Camaldolese, prodotto dai monaci toscani, composto da erbe, radici e scorze di agrumi.

Tra i migliori c’è il Rosolio di Mandarino, che ha un profumo molto buono e un sapore dolce, è macerato con scorze di mandarino e alcol. Un altro liquore, prodotto in Toscana è il Flora di Monteoliveto, risultato di 23 erbe officinali. E ancora, le Gocce Imperiali, liquore che una gradazione elevata, composto da anice e zafferano.

L’Amaro Benedettino è caratterizzato da una certa intensità di sapore, ed è prettamente un digestivo. Le Centerbe è un liquore balsamico prodotto in Abruzzo e in esso sono mescolate 100 erbe diverse.

In Francia sono famosi lo Chartreux, frutto della lavorazione di 130 erbe, e il Benedictine, che ha visto l’unione di 27 erbe e spezie. Tra gli amari più noti ci sono, infine, l’Averna, che ha origine da una ricetta di frati dell’Abbazia di Santo Spirito in Sicilia(poi divenuta nota per via di Salvatore Averna), e il Frangelico, liquore prodotto in Piemonte, la cui base è eseguita con nocciole.

Non può mancare all’appello la birra trappista, prodotta da monaci trappisti cistercensi. Tuttavia, dei tanti monasteri trappisti sparsi nel pianeta, solo alcuni hanno il logo che attesta che si tratta di un prodotto trappista, l’Authentic Trappist Product.