Secondo uno studio di Skuola.net per la FISS, i giovani chiedono un’educazione sessuale scolastica, influenzata dalla cultura degli adulti.
Mentre il 90% desidera approfondire vari aspetti della sessualità, emerge la necessità di un approccio inclusivo e rispettoso. Tuttavia, l’educazione sessuale dovrebbe avvenire in famiglia, per favorire relazioni sane e autentiche.
Giovani influenzati dalla cultura edonista
Negli ultimi anni, il dibattito sull’educazione sessuale nelle scuole ha acquisito un’importanza crescente, portando a una riflessione profonda sulle necessità e le aspettative dei giovani. Secondo uno studio condotto da Skuola.net per la Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS), emerge chiaramente che molti adolescenti sentono il bisogno di un’educazione sessuale più strutturata e consapevole. Tuttavia, è fondamentale interrogarsi su quale sia l’origine di questa richiesta e su come essa si inserisca all’interno di un contesto culturale dominato da valori edonisti e da una visione distorta della sessualità.
L’indagine ha coinvolto 2.500 giovani tra gli 11 e i 22 anni e ha rivelato che, sebbene il 71,3% dei partecipanti si identifichi come eterosessuale, una percentuale significativa ha dichiarato vari orientamenti sessuali, tra cui bisessualità, pansessualità, asessualità e omosessualità. Inoltre, il 7,5% dei ragazzi non si identifica con il sesso assegnato alla nascita. Questi dati, oltre a riflettere la complessità dell’identità sessuale nei giovani, evidenziano un’educazione sessuale che spesso appare come una risposta a una cultura che, invece di educare, sembra confondere.
La necessità di un’educazione sessuale viene giustificata con l’argomento che i giovani oggi sono esposti a informazioni e immagini sessualmente esplicite sin dalla più tenera età, attraverso i social media e i dispositivi digitali. Questa esposizione, secondo gli esperti, ha portato a una crescente confusione e disorientamento tra i ragazzi, che avvertono la necessità di comprendere meglio non solo la propria sessualità, ma anche le dinamiche relazionali che la circondano. Tuttavia, dietro questa richiesta di educazione sessuale si cela un rischio non indifferente: quello di un’influenza indebita da parte della cultura degli adulti, che spesso promuove una visione edonistica e disincarnata della sessualità.

L’importanza di una visione morale e spirituale
La Chiesa cattolica, attraverso il Catechismo, ci insegna che la sessualità è un dono di Dio, che deve essere vissuto in modo responsabile e rispettoso. Questo implica che l’educazione sessuale non possa limitarsi a una mera trasmissione di informazioni tecniche e pratiche, ma debba includere anche una dimensione morale e spirituale. La sessualità, infatti, è strettamente legata all’amore autentico, alla responsabilità e al rispetto reciproco, valori che spesso vengono trascurati nella discussione attuale.
La lettera enciclica Divini Illius Magistri di Papa Pio XI, pubblicata nel 1929, avverte contro l’errore di promuovere un’educazione sessuale che ignori la fragilità della natura umana. Questo richiamo è particolarmente pertinente oggi, in un contesto in cui si cerca di normalizzare comportamenti che, invece, dovrebbero essere affrontati con prudenza e rispetto. Le parole del Papa ci invitano a considerare con attenzione l’effetto di una educazione sessuale che non prende in considerazione l’indole umana, esponendo i giovani a rischi emotivi e spirituali.
La ricerca condotta ha anche rivelato che molti giovani desiderano iniziare l’educazione sessuale già durante la scuola secondaria di primo grado, ritenendo che sia troppo tardi parlarne quando sono già iniziate le prime esperienze. Questo approccio, sebbene possa apparire ragionevole, solleva interrogativi sul ruolo dei genitori e degli educatori. È fondamentale che la famiglia sia il primo luogo di educazione sessuale, dove i ragazzi possano confrontarsi in un ambiente di amore e rispetto.
Il fatto che gli adolescenti preferiscano discutere di questi temi con esperti esterni piuttosto che con figure familiari può riflettere un certo imbarazzo o timore nel trattare questioni così delicate. Tuttavia, è importante che i genitori non delegano completamente questo compito alla scuola, ma si facciano carico di guidare i propri figli attraverso un dialogo aperto e sincero. La sessualità deve essere affrontata con una visione che combini informazione e valori, per aiutare i giovani a comprendere la bellezza e la sacralità della vita umana.
La cultura attuale, caratterizzata da un forte impulso verso la libertà individuale e la ricerca del piacere, può facilmente portare a una visione distorta della sessualità. I giovani, in questo contesto, rischiano di essere vittime di messaggi contraddittori e di pressioni sociali che li invitano a sperimentare senza riflessione. È fondamentale che l’educazione sessuale si opponga a questa deriva, promuovendo invece una visione che riconosca l’importanza del rispetto, della responsabilità e dell’amore autentico.
La vera educazione sessuale dovrebbe quindi mirare a formare giovani consapevoli, capaci di prendere decisioni informate e responsabili, basate su valori solidi e su una visione cristiana della vita. Solo così sarà possibile evitare che i giovani siano manipolati dalla cultura degli adulti e possano crescere in un ambiente che valorizza la loro dignità e il loro potenziale.