Sant’Atanasio: difensore della Trinità e maestro di teologia

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Atanasio comprese sin da giovane, che «un buon teologo deve necessariamente essere anche un buon cristiano, un santo».

Questa convinzione lo spinse a cercare, oltre allo studio delle Sacre Scritture (cfr. 2 Tm 3,16-17), una vita retta e un’anima pura. L’incontro con sant’Antonio abate gli mostrò che la sapienza divina si accompagna sempre alla virtù: «Chi desidera comprendere il pensiero dei teologi deve purificare l’anima» (Atanasio), in armonia con l’insegnamento del Catechismo che afferma come «la santità sia la perfezione dell’amore» (CCC 2013).

Sant’Atanasio dalla persecuzione alla lotta all’arianesimo

Nato ad Alessandria intorno al 295 in una famiglia cristiana, Atanasio visse la persecuzione di Diocleziano (303-313), che gli rivelò insieme il coraggio dei martiri e la fragilità umana dei “lapsi” (caduti) pronti a rinnegare la fede per poi implorare il perdono. Scrisse più tardi che la Chiesa «accoglie con misericordia chi torna pentito», rispecchiando la verità evangelica: «Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia» (Mt 5,7) e il comando di Cristo di «accogliere il peccatore pentito come membro della Chiesa» (CCC 1446).

Nella aperta cultura ellenistica parlare di un unico Dio era un concetto accettato, ma per Atanasio non fu semplice spiegare ai cristiani che questo Dio fosse «Uno e Trino». Contrappose alla rinnovata dottrina ariana, che sminuiva la divinità del Figlio, il Credo apostolico e la tradizione patristica: «Il Verbo si è fatto carne» (Gv 1,14) per la nostra salvezza. Il Catechismo ricorda che «la rivelazione del mistero trinitario è stata compiuta gradualmente, fino a raggiungere la pienezza nei Concili» (CCC 237), e la ferma opposizione di Atanasio all’arianesimo fu decisiva per la fede universale.

Dal Concilio di Nicea agli esili

Nel 325, Atanasio, diacono e segretario del vescovo Alessandro, prese parte al Concilio di Nicea, dove i Padri affermarono che il Figlio è «consubstantialis Patri»«della stessa sostanza del Padre» (Mt 28,19; Mt 28,19). Questo termine, essenziale per combattere l’eresia ariana, fu approvato «perché la fede è risposta a Dio che si rivelò» (CCC 142). Nel 328 Atanasio fu consacrato vescovo, rinnovando negli scritti e nelle catechesi la centralità di Cristo come unico mediatore (1 Tm 2,5). Accusato ingiustamente da meleziani e ariani, Atanasio visse cinque esili sotto vari imperatori, rimanendo fermo sulla verità: «Chi invoca il Signore sarà salvato» (Rm 10,13).

Durante la lontananza fondò comunità monastiche, testimoniando che «la grazia di Dio opera in chi crede e abbraccia la vita cristiana» (CCC 2003). Nel 346, dopo il Concilio di Sardica (l’attuale Sofia) del 343, fu richiamato ad Alessandria dove fece ritorno nel 349 in trionfo: i fedeli stesero i mantelli e salutarono il loro pastore, richiamando la gioia dei prodigi del Signore (cfr. Sal 98,4). Quando morì il 2 maggio del 373, Atanasio venne ricordato come «anima grande e apostolica». La sua difesa del mistero trinitario e il suo esempio di vita monastica e pastorale continuano ad ispirare teologi e fedeli: «Camminate nella virtù, affinché l’intelletto comprenda ciò che desidera» (Atanasio).

Sant’Atanasio: difensore della Trinità e maestro di teologia
Preghiera a Sant’Atanasio

Preghiera a Sant’Atanasio

Sant’Atanasio, maestro instancabile della fede, tu che con ardore difendesti la divinità del Verbo e portasti consolazione ai deboli, ottienici la grazia di un’intelligenza pura e di un cuore ardente nell’amore di Cristo. Insegnaci a camminare nella verità del Vangelo, a perseverare nella fede ed a testimoniare l’unità della Trinità. Per Cristo nostro Signore. Amen.

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