Il brano del Vangelo di oggi ci offre una lezione di grande profondità spirituale, che tocca il cuore delle relazioni umane: l’invito a non giudicare il prossimo.
Le parole del Signore risuonano come un richiamo urgente alla conversione del cuore. La Sua è un’esortazione che va oltre la semplice tolleranza: è un appello a guardare noi stessi con onestà, a riconoscere le nostre debolezze prima di puntare il dito contro gli altri. Solo nella luce della verità e della misericordia possiamo realmente camminare come fratelli.
Dal Vangelo secondo Matteo 7,1-5
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

La riflessione sul Vangelo di oggi
«Non giudicate, per non essere giudicati» (Mt 7,1). Questa affermazione non è un semplice consiglio morale, ma una verità spirituale che svela una legge di reciprocità profondissima: ciò che riserviamo agli altri, ci verrà restituito. Questo principio è ribadito anche nella Lettera ai Romani: «O uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei dunque inescusabile» (Rm 2,1). Gesù ci invita a riflettere sulle nostre intenzioni e sul nostro cuore, perché il giudizio, quando nasce dall’orgoglio, diventa ingiusto e accecante. Solo Dio, che conosce i cuori, può giudicare con giustizia.
L’immagine della trave e della pagliuzza è fortemente evocativa. Spesso siamo pronti a vedere i piccoli difetti degli altri, ma ciechi di fronte ai nostri peccati. Questo atteggiamento è segno di ipocrisia, che ci separa da una relazione autentica con Dio e con gli altri. La Tradizione insegna che l’umiltà è la via per il discernimento: «Il cuore umile e contrito, tu, o Dio, non disprezzi» (Sal 51,19). Solo chi si riconosce peccatore può accogliere la grazia del perdono e offrirla al fratello.
Spunti di riflessione personale
- Quante volte nella mia giornata formulo giudizi affrettati, magari solo in pensiero, senza conoscere la storia o la sofferenza dell’altro? Posso imparare a guardare gli altri con gli occhi di Cristo, pieni di compassione?
- Quali sono le “travi” nel mio cuore che ostacolano la mia capacità di amare e servire con sincerità? Posso chiedere al Signore la grazia di una vera conversione interiore?
Preghiera di oggi
Signore Gesù, che ci insegni a guardare con amore e verità, donaci un cuore puro e umile. Liberaci dall’orgoglio che ci fa giudicare, e aiutaci a riconoscere i nostri limiti. Fa’ che possiamo crescere nella misericordia e nella pazienza, per essere tuoi veri discepoli. Amen.